Le tappe fondamentali per occhi sani. 3 anni

Nel precedente articolo del blog (lo trovate qui), vi abbiamo mostrato come, nonostante abbia solo un anno, la possibilità di studiare a fondo i suoi occhi non è affatto esclusa.

Ora siamo arrivati alla tappa dei 3 anni, adesso che il pupo è più collaborativo… ci si diverte! Sia l’oculista che l’ortottista possono studiare come i due occhi lavorano insieme, l’oculista potrà valutare attentamente l’eventuale difetto di vista ed esaminare il fondo oculare (macula e nervo ottico), sarà poi compito dell’ortottista valutare tutti gli aspetti legati alla visione binoculare tra cui anche la valutazione dell’ambliopia.

Vi ricordiamo l’importanza del giochino della E (il link qui) e il fatto che sia la visita oculistica che ortottica vanno affrontate con tranquillità, è vero che molto bambini a questa età sanno leggere i numeri ma non dobbiamo far vedere al medico quanto è bravo, a volte i bambini per paura di sbagliare fanno scena muta, si confondono, vanno in crisi… Il giochino della E invece è appunto un gioco… E chi vince? Vince chi ha visto di più (e di solito a perdere sono mamma e papà).

E se deve mettere gli occhiali? O la benda? Ben venga che il difetto sia stato visto in tempo… Abbiamo tutto il tempo del mondo per permettere al bimbo di sviluppare la migliore vista possibile.

Noi sempre qui per rispondere alle vostre domande e chiarire dubbi, scrivete nei commenti e condividiamo insieme le nostre esperienze oppure:

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Abilitare e Riabilitare

Cos’è l’ipovisione?

L’ipovisione è una condizione visiva rappresentata da una grave riduzione della capacità visiva, che può essere già presente nella prima infanzia o manifestarsi nelle diverse fasi della vita. Quando ad esserne colpiti sono i bambini, la terapia riabilitativa in realtà può essere definita “abilitativa” perché in questo caso vanno educati alla loro condizione visiva e quindi sarà possibile lavorare sui loro punti di forza, mentre quando ad esserne colpiti sono gli adulti, la terapia si basa proprio sul “riabilitare” quelle attività che prima della malattia venivano eseguite quasi senza pensarci, mentre adesso risultano impossibili senza i giusti mezzi correttivi e le indicazioni del terapista. Le patologie che causa ipovisione sono molteplici e di diversa natura. Avremo modo di approfondirle con il tempo.

Qual è la classificazione?

Lieve – residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; residuo perimetrico binoculare inferiore al 60%

Moderata – residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; residuo perimetrico binoculare inferiore al 50%

Grave – residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; residuo perimetrico binoculare inferiore al 30%

L’acuità visiva viene considerata sempre con la migliore correzione.

L’ipovisione può essere poi differenziata in:

  •             perdita della visione centrale
  •             perdita della visione periferica

A cosa serve la riabilitazione visiva:

la Riabilitazione è finalizzata ad aumentare efficacemente l’uso della visione residua, lo scopo è quello di far utilizzare in modo stabile al paziente il PRL (Preferential Retinal Locus), cioè l’area retinica funzionalmente più adatta per svolgere le sue attività, migliorando l’autonomia del paziente e la qualità di vita, ma anche insegnargli ad utilizzare tutti quegli strumenti di supporto nella vita di tutti i giorni come i libri elettronici, gli audiolibri, gli ingranditori portatili e parlanti, gli occhiali parlanti fino ai software per il computer.

Normalmente è possibile capire qual è l’occhio migliore anche solo chiedendo al paziente di leggere, il paziente infatti sarà portato per abitudine ad avvicinare il testo all’occhio che preferisce. L’occhio che vede meglio è quello sul quale si lavora anche se a volte non corrisponde all’occhio preferito dal paziente, questo può dipendere da diversi fattori ma i più importanti sono la patologia e lo stadio di evoluzione.

Il percorso riabilitativo è articolato in varie fasi:

  • Verifica del residuo visivo centrale o campimetrico
  • Individuazione del PRL nel paziente con perdita della visione centrale
  • Individuazione dell’ausilio ottico e/o elettronico più indicato
  • Training sull’utilizzo dei dispositivi scelti
  • Gestione delle competenze acquisite nella vita di tutti i giorni, come per esempio la capacità di orientamento e movimento.
  • Biofeedback per stabilizzare la fissazione eccentrica nei pazienti con scotoma centrale con conseguente miglioramento nell’utilizzo degli ausili stessi

Perché nella disabilità non bisogna vedere una mancanza ma solo un diverso modo di affrontare la vita.

Le Oculus e Oliver

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