Category Archives: Prevenzione visiva

Abilitare e Riabilitare

Cos’è l’ipovisione?

L’ipovisione è una condizione visiva rappresentata da una grave riduzione della capacità visiva, che può essere già presente nella prima infanzia o manifestarsi nelle diverse fasi della vita. Quando ad esserne colpiti sono i bambini, la terapia riabilitativa in realtà può essere definita “abilitativa” perché in questo caso vanno educati alla loro condizione visiva e quindi sarà possibile lavorare sui loro punti di forza, mentre quando ad esserne colpiti sono gli adulti, la terapia si basa proprio sul “riabilitare” quelle attività che prima della malattia venivano eseguite quasi senza pensarci, mentre adesso risultano impossibili senza i giusti mezzi correttivi e le indicazioni del terapista. Le patologie che causa ipovisione sono molteplici e di diversa natura. Avremo modo di approfondirle con il tempo.

Qual è la classificazione?

Lieve – residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; residuo perimetrico binoculare inferiore al 60%

Moderata – residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; residuo perimetrico binoculare inferiore al 50%

Grave – residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; residuo perimetrico binoculare inferiore al 30%

L’acuità visiva viene considerata sempre con la migliore correzione.

L’ipovisione può essere poi differenziata in:

  •             perdita della visione centrale
  •             perdita della visione periferica

A cosa serve la riabilitazione visiva:

la Riabilitazione è finalizzata ad aumentare efficacemente l’uso della visione residua, lo scopo è quello di far utilizzare in modo stabile al paziente il PRL (Preferential Retinal Locus), cioè l’area retinica funzionalmente più adatta per svolgere le sue attività, migliorando l’autonomia del paziente e la qualità di vita, ma anche insegnargli ad utilizzare tutti quegli strumenti di supporto nella vita di tutti i giorni come i libri elettronici, gli audiolibri, gli ingranditori portatili e parlanti, gli occhiali parlanti fino ai software per il computer.

Normalmente è possibile capire qual è l’occhio migliore anche solo chiedendo al paziente di leggere, il paziente infatti sarà portato per abitudine ad avvicinare il testo all’occhio che preferisce. L’occhio che vede meglio è quello sul quale si lavora anche se a volte non corrisponde all’occhio preferito dal paziente, questo può dipendere da diversi fattori ma i più importanti sono la patologia e lo stadio di evoluzione.

Il percorso riabilitativo è articolato in varie fasi:

  • Verifica del residuo visivo centrale o campimetrico
  • Individuazione del PRL nel paziente con perdita della visione centrale
  • Individuazione dell’ausilio ottico e/o elettronico più indicato
  • Training sull’utilizzo dei dispositivi scelti
  • Gestione delle competenze acquisite nella vita di tutti i giorni, come per esempio la capacità di orientamento e movimento.
  • Biofeedback per stabilizzare la fissazione eccentrica nei pazienti con scotoma centrale con conseguente miglioramento nell’utilizzo degli ausili stessi

Perché nella disabilità non bisogna vedere una mancanza ma solo un diverso modo di affrontare la vita.

Le Oculus e Oliver

Cefalea e occhi – parte 2

La cefalea a Grappolo

Che cos’è?

E’ un tipo di mal di testa caratterizzato da un dolore orbitale intenso, monolaterale, della durata compresa tra 15 e 180 minuti circa senza trattamento. Gli attacchi si manifestano in periodi attivi, denominati “grappoli“, della durata di settimane o mesi con frequenza variabile.

Le cause?

E’ una cefalea primaria (non causata quindi da un’altra patologia) che colpisce soprattutto gli uomini (ha un’incidenza inferiore allo 0,5% nella popolazione maschile e allo 0,1% in quella femminile). Le cause che danno origine alla cefalea a grappolo non sono ancora note , ma secondo diversi studi il malfunzionamento dell’ ipotalamo potrebbe giocare un ruolo importante

Quali sono i sintomi visivi associati?

Il paziente può presentare:

  • rossore congiuntivale (iperemia)
  • lacrimazione
  • edema palpebrale
  • arrossamento peri – orbitario
  • miosi
  • ptosi

Come prevenire la cefalea a grappolo?

Anche in questo tipo di mal di testa uno stile di vita sano ed equilibrato può ridurre l’incidenza della patologia.

Nei casi di cefalee  a grappolo episodiche e non croniche, l’assunzione di alcuni farmaci può essere d’aiuto.   Vi consigliamo sempre di rivolgervi ad un  medico specialista che vi aiuterà nella diagnosi e gestione della patologia.

Anche in questo caso è utile tenere il Diario del Mal di Testa per poter monitorare al meglio l’andamento del mal di testa e poter essere ancora più precisi quando ne parlerete con il vostro medico.

Ecco il link per scaricarlo Diario del Mal di Testa

A presto!

Federica, Paola, Erika e Oliver

Diario del Mal di Testa da scaricare

Abbiamo creato un Diario in cui rispondendo alle domande, potrete riuscire a “costruire” una sorta di percorso del del vostro disturbo o di quello dei vostri bimbi. le domande sono talmente semplici che a volte non ci si pensa… ma le risposte posso essere di aiuto al vostro medico o specialista che vi sta seguendo.Un consiglio, semplice, ma a volte difficile da seguire, siate sinceri, se avete preso ottomila caffè, scrivetelo, se non avete bevuto neanche un goccio d’acqua: Ok. Chi leggerà le vostre note non è perfetto e non vi giudica, ma può aiutarvi a correggere dei comportamenti.

Lo trovate nella versione Blu – Adulti e in quella Gialla – Kid.

Speriamo possa esservi utile

Federica, Paola, Erika e Oliver

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Cefalea e Occhi – Parte 1

Che fastidio qui! Base del naso, dietro gli occhi, spegni la luce… me la staccherei!

Si è lui l’odiato mal di testa più correttamente definito come Cefalea, è uno dei disturbi più comuni e più fastidiosi ma ancora privo di una esatta ed esauriente spiegazione scientifica.
Ognuno di noi, almeno una volta, ne ha sofferto: si presenta come un dolore alla testa, diffuso o circoscritto, pulsante o fisso, talvolta accompagnato da altri sintomi (vomito, febbre, vertigini, aumento della lacrimazione, fotosensibilità).

La cefalea può essere un sintomo di un disturbo visivo?
Sì, i tipici sintomi del mal di testa derivante dai disturbi della vista (pulsare alle tempie, cerchio alla testa, annebbiamento della vista, rossore oculare e lacrimazione) insorgono normalmente dopo aver trascorso del tempo al computer (vale anche scorrere lo schermo del telefono) o dopo tempo passato a leggere e se questo è il tuo caso, è sicuramente consigliabile un test approfondito della vista.
Tra le cause più frequenti riscontriamo:
• un’ipermetropia non corretta (soprattutto nei casi di un difetto lieve o moderato )
• uno strabismo latente (gli occhi devono faticare moltissimo per mantenersi allineati)

Ti consigliamo di:

  1. programmare una visita oculistica ed ortottica
  2. mantenere sempre un sufficiente livello di idratazione corporea
  3. svolgere attività fisica come ad esempio una bella passeggiata all’aria aperta
  4. evitare lo stress… (vabbè questa dovevamo scriverla perché è d’obbligo ma…)

E se a soffrirne sono i bambini? In questo caso a maggior ragione la visita del fondo oculare con l’oculista e il controllo ortottico per valutare la presenza di difetti della motilità oculare sono ancora più importanti, inoltre un mal di testa a partenza dalla zona del sopracciglio che si dirama all’orecchio e alla base del collo può essere sintomo di un disturbo legato alle difficoltà di apprendimento.
Anche per i bambini, quindi, valgono le stesse regole degli adulti, inoltre un consiglio che vi diamo, e che è sempre valido:
tenente un “diario del mal di testa“: annotate quando compare, cosa stavate facendo, cosa avete mangiato, quanto è durato, che medicine avete preso: è utilissimo per il vostro medico o per il pediatra, e per noi specialisti.

Noi ne abbiano preparato uno per voi, nella versione Adulto e Bambino (KID). Lo potete scaricare direttamente da qui.

Nel prossimo articolo parleremo invece dei mal di testa che causano disturbi oculari a colte molto debilitanti. Nel frattempo vi salutiamo

Federica Paola Erika & Oliver

E a mamma chi ci pensa?

Sarà che da quando Oculus Paola ci ha detto che a Maggio diventeremo Zie… la nostra attenzione è tutta concentrata sul quel meraviglioso pancione ma in realtà a noi le Mamme sono sempre piaciute!
Oggi dedichiamo il nostro post alle mamme in gravidanza, che non devono mai minimizzare eventuali cambiamenti o sintomi visivi.

Infatti la gravidanza è caratterizzata da una variazione importante dei livelli ormonali, aumento dell’afflusso di sangue, del dispendio energetico e dalla ritenzione idrica, che possono portare a cambiamenti anche nella visione, alcuni risolvibili dopo il parto, ma altri necessitano di una visita oculistica specialistica più accurata.

In particolare potreste percepire:

  • Secchezza oculare, dovuta a cambiamenti ormonali, da alleviare grazie all’instillazione di colliri a base acquosa o in forma d gel in base al grado di secchezza.
  • Intolleranza alle lenti a contatto dovuta alla secchezza, che dovrà essere gestita insieme al contattologo
  • Visione offuscata, dovuta alla ritenzione idrica, al diabete gestazionale, all’ipertensione o a una pressione sanguigna troppo bassa. Le donne in gravidanza soffrono di ritenzione idrica e i liquidi in eccesso possono essere trattenuti anche a livello degli occhi, con conseguenze sullo spessore della cornea. Questo può dare una vista offuscata e distorta.
  • Palpebre gonfie, sempre dovute alla ritenzione idrica, è consigliabile bere molto acqua e evitare una dieta ricca di sale
  • Generale affaticamento visivo
  • Punti luminosi e diplopia causate da l’ipertensione, il diabete gestazionale o la preeclamsia: con preeclampsia si intende lo sviluppo di ipertensione o il peggioramento di ipertensione esistente accompagnata dalla presenza di un eccesso di proteine nelle urine che si sviluppa dopo le 20 settimane di gestazione, che porta in particolare anche la perdita temporanea della vista, maggiore sensibilità alla luce e vista annebbiata.
  • Cambiamenti nella refrazione con aumento della miopia, ciò comporta un cambiamento nella prescrizione degli occhiali
  • Problemi alla vista legati all’anemia e alle emicranie

🦸‍♀️ Ehi Mamma! Quando hai fatto l’ultima visita oculistica?
È vero che andiamo sempre di corsa ma… Hai pensato anche a te? Chiama il tuo oculista o
parliamone insieme

OSSERVAZIONE SPONTANEA

Quando credi che non guardo…

Ehi credi che non ti sto guardando…
Eh già! È fondamentale far sapere che la visita dell’ortottista non è limitata a quel lasso di tempo in cui il bambino o l’adulto leggono le lettere o seguono le luci. Assolutamente no.


La visita inizia nell’esatto momento in cui entrate in studio, perché molto della vostra vista ce lo dice il vostro comportamento.


Facciamo due esempi pratici, per quanto riguarda i bambini:
Entra un bambino vivace, attratto dal luogo nuovo che lo circonda e dal momento che ne è attratto lo esplora passando da una parte all’altra della stanza senza impedimenti, mostra attenzione anche ad oggetti posti a distanza, se è curioso, cerca con lo sguardo ogni cosa possa esserci intorno a lui, ha uno sguardo attivo, di esplorazione, fondamentalmente potremmo dire “ha interesse per l’ambiente”; ecco forse, sarà meno probabile che abbia difetti refrattivi elevati o alterazioni della visione binoculare in generale.


Se entra un bambino che è spaventato perché è in un posto che non conosce che si muove con più incertezza, che non cerca di esplorare e muove anche la testa per guardarsi in giro non riuscendo a seguire solo con gli occhi, ha ammiccamenti frequenti, fotofobia, uno sguardo erratico, a “scatti” o fisso o iperfisso degli occhi. Ecco allora è più probabile che le difficoltà motorie e di interesse possano trovare la loro causa in una funzione visiva debole o comunque non sufficiente a dare a quel bambino sicurezza.
Quindi possiamo dire che l’atteggiamento può dimostrarsi lo specchio della nostra funzione visiva, ci dice molto di chi siamo e dei problemi potrebbe avere, ed è la prima cosa che guardiamo di voi!

Curare e Prendersi Cura

“La visione del bambino non è una funzione indipendente e separata, ma profondamente integrata con la sua postura, con le sue capacità manuali, la sua coordinazione, la sua intelligenza e perfino con i tratti della sua personalità.”

(Arnold Gessel, Psicopedagogo)

Una riflessione che in questi mesi abbiamo fatto molto spesso, curare gli aspetti funzionali tralasciando il contesto in cui il nostro paziente, grande o piccolo che sia, si muove, interagisce, quanto pesa sulla vista? Ma soprattutto come specialisti dell’ambito oftalmologico, dobbiamo fermarci agli occhi? No, non è possibile, siamo formati, come esseri viventi, da una rete di esperienze, emozioni, azioni, impulsi, prodotto e risposta del nostro organismo che non è solo formato da organi, ossa e sangue.

Per questo non consideriamo la vista ortottica una semplice analisi delle capacità visive, ma studiamo la correlazione con aspetti che con la vista, ad un occhio inesperto (passateci il gioco di parole) non sembrano essere collegati.

Proprio qualche giorno fa, durante una seduta di rieducazione visiva un bambino ha confidato a la Oculus Federica di dormire male, e avere incubi ricorrenti.
Il riposo è una parte essenziale della nostra salute fisica ed psichica, e un alterato riposo può alterare il normale dispendio energetico, soprattutto in un bambino che per esempio manifesta difficoltà di convergenza e di attenzione.
O magari ci troviamo davanti un bambino ansioso e bisognoso di rassicurazioni, potrebbe dare addirittura risposte inesatte per attirare la nostra attenzione.


Ecco perché la visita parte dal gioco, dalle chiacchiere, dal confidarsi “segreti”, perché così è più facile poter sconfiggere demoni nascosti, diventare amici e… capire come l’esperienza visiva interagisce con gli aspetti quotidiani della vita del nostro paziente.
Curiamo è vero, ma soprattutto ci prendiamo cura del nostro paziente e se serve ci mettiamo a disposizione per sconfiggere anche i mostri sotto il letto!

Buon Anno e Buone Riflessioni

Federica Paola Erika e l’immancabile Oliver

Indivisibili: impugnatura della matita e visione

Come abbiamo più volte detto, la visione, come abilità che ci permette di eseguire i nostri compiti quotidiani, non è un elemento a sé stante, bensì fin dai primissimi giorni di vita è profondamente integrata con tutti gli aspetti motori e posturali.

Infatti la nostra vista ci sostiene in tutti gli atteggiamenti che assumiamo, attraverso i movimenti oculari (vergenze e saccadi) che fanno sì che il nostro cervello possa elaborare lo spazio che ci circonda.

Attraverso la percezione visiva e i movimenti oculari, infatti, avviene la discriminazione dello stimolo, che dapprima viene percepito con l’osservazione e l’esplorazione e poi attraverso una serie di aggiustamenti si ha la comprensione e il consolidamento dell’attività che ci porterà a compiere un determinato atto, come in questo caso la scrittura.

La scrittura e la lettura per essere comprese e rappresentate sul foglio, devono essere elaborate dal bambino, nella forma e nel suono come corrispondenza del simbolo (lettera, numero, forma).

Normalmente i bambini sono lasciati liberi di scegliere come impugnare la matita ed è sorprendente come la scorretta impugnatura della penna o della matita provochi una catena di adattamenti posturali scorretti: scrivere utilizzando il polso, posizionare le spalle in modo asimmetrico, inclinare la testa o il foglio sul quale sta scrivendo, sono tutti atteggiamenti assolutamente scorretti che provocano sintomi come mal di testa, affaticamento visivo, visione offuscata e disorganizzazione dei segni sul foglio.

Già prima dell’età scolare sarebbe importante abituare i bambini ad una corretta postura ed impugnatura della matita.

Impugnature scorrette, la seconda è il classico “morso”

Osservate i vostri i bambini: per esempio la caratteristica impugnatura a “morso” è attribuita al bisogno di aumentare il contatto con la matita per ridurre la tensione ed è spesso associata ad una visione binoculare inadeguata (necessità di mantenere il controllo). Anche una scarsa abilità nei movimenti oculari (consapevolezza periferica) può causare problemi di scrittura, infatti come ripetiamo spesso non basta vedere 10/10, è necessario che ci sia una buona coordinazione dei movimenti, che siano simmetrici, che la visione binoculare sia ben sviluppata, per poter seguire la punta della matita sul foglio e nello stesso momento il tratto che si sta disegnando.

In assenza di queste abilità o in presenza di un loro scarso sviluppo si assistono a problemi relativi all’adattamento posturale, errata impugnatura della matita, difficoltà di comprensione del testo, scarsa concentrazione o comunque presente per brevi periodi, frequenti pause e stanchezza.

Corretta impugnatura della matita

Scrivete così? E i vostri bambini?

Programmate una visita, gli atteggiamenti scorretti posso essere riveduti e corretti, e anche fare i compiti sarà meno faticoso.

Giochiamo a fare la visita

Il Test delle E di Albini è uno strumento indispensabile e aggiungiamo anche divertente , per la quantificazione della capacità visiva nei bambini in età prescolare e che hanno da poco iniziato la scuola elementare.

Il test consiste nel far vedere al bambino delle E di diversa grandezza e orientate nei quattro punti cardinali (su, giù, destra e sinistra) il bambino dovrà indicare l’orientamento delle E, permettendoci di eseguire la visita e valutare quanto effettivamente vede, proprio come si fa con gli adulti. Infatti questo test è estremamente preciso e paragonabile a quelle “tradizionale” con le lettere.

Insegnare questo test è facile e divertente:

Basta ritagliare due E di cartone, colorarle insieme e iniziare… muovendole come indicato ( (su, giù, destra e sinistra) il bambino deve copiare la vostra posizione.

Vedrete che e visite saranno più facili e meno stressanti. Parola di… Oliver.

Vi mettiamo le foto delle nostre E e il procedimento per realizzarle.

Ecco le nostre!
Cartone rigorasamente riciclato, taglierino, righello…. le misure sono indicative, potete fare come volete
Attenzione alle mani!
e ora liberate la fantasia

A presto!

Federica Paola e Oliver

Giocare bene per crescere meglio: la coordinazione occhio-mano

La coordinazione occhio-mano è la capacità del sistema di visivo di coordinare le informazioni ricevute attraverso gli occhi per controllare, guidare e dirigere le mani nell’esecuzione di un determinato compito, come scrivere o prendere una palla. Lo sviluppo di questa funzione inizia fin dai primi mesi per consolidarsi verso i 6-7 anni.

Nella coordinazione occhio-mano gli occhi dirigono l’attenzione e le mani eseguono il compito.

Il processo visivo nel suo insieme, permette la comprensione di ciò che viene visto e non implica solo la capacità visiva, ma anche:

  • la capacità di fissare un oggetto ,
  • la capacità di muovere gli occhi in direzione dell’oggetto che vogliamo osservare,
  • la capacità di accomodare, ossia mettere a fuoco gli oggetti a diverse distanze,
  • la visione binoculare
  • il controllo della coordinazione occhio-mano.

La maggior parte dei movimenti della mano richiede un input visivo per essere eseguito in maniera efficace. Ad esempio, quando i bambini stanno imparando a disegnare, seguono con gli occhi la posizione della mano che tiene la matita, mentre tracciano le linee sulla carta.

 Tra i 4 e i 14 mesi i bambini esplorano il loro mondo e iniziano a sviluppare la coordinazione occhio-mano, insieme alle capacità motorie fini. Le capacità motorie fini sono coinvolte nel controllo di piccoli movimenti muscolari, come quando un bambino inizia a usare le dita per uno scopo e in coordinazione con gli occhi. I neonati sono desiderosi di muovere gli occhi, la bocca e il corpo, verso le persone e gli oggetti che li confortano o che suscitano il loro interesse.

All’età di 6 mesi, molti bambini iniziano a raggiungere rapidamente gli oggetti, senza scatti, con movimenti fluidi, e possono essere in grado di nutrirsi da soli, nel senso che riescono a riconoscere e afferrare il cibo (biscotti, pane) e portarlo alla bocca. I bambini a quest’età sono in grado di guardare da una mano all’altra, di tenere un oggetto mentre ne cercano un secondo e di seguire i movimenti delle mani con gli occhi. A quest’età, la maggior parte dei bambini riesce a colpire gli oggetti con l’indice.

Dopo i 6 mesi, i bambini di solito sono in grado di prendere una tazza e tenerla per il manico. Molti bambini iniziano a raggiungere gli oggetti con un braccio solo, invece che con entrambi.

A circa 8 mesi, man mano che la destrezza migliora, il bambino è in grado di usare il movimento di pinza con le dita per poter afferrare oggetti piccoli, riescono a battere le mani e agitarle (farfallina farfallina).

Dalla nascita ai 3 anni le tappe dello sviluppo della coordinazione occhio-mano sono:

  • Sviluppo della visione che permette loro di seguire con gli occhi oggetti che si muovono lentamente
  • Sviluppo abilità occhio-mano di base come raggiugere  e afferrare oggetti, nutrirsi, vestirsi
  • Riconoscere concetti di luogo e direzione come su, giù
  • Sviluppo della capacità di manipolare oggetti attraverso le abilità motorie fini, come giocare con le costruzioni, modellare, fare i puzzle, ovviamente tutto rapportato all’età del bambino

Dai 3 ai 5 anni:

  • Continuo sviluppo della capacità di coordinazione e preferenza di una mano rispetto all’altra (inizio della lateralizzazione: mancino o destrorso)
  • Perfezionamento della comprensione delle indicazioni: su, giù, accanto, dietro, sotto, sopra
  • Sviluppo della capacità di arrampicarsi, bilanciarsi (camminare sul bordo del marciapiede per esempio), correre, salire e scendere i gradini uno alla volta.
  • Sviluppo coordinazione occhio-mano-corpo
  • Percezione della profondità

Dai 5 ai 7 anni:

  • Miglioramento della capacità motoria fine, come maneggiare le matite e le penne, usare le forbici
  • Miglioramento della coordinazione occhio-mano
  • Miglioramento della concentrazione per svolgere i compiti scolastici

Cosa possono fare mamma e papà? Intorno a 1 -2 anni i genitori dovrebbero iniziare ad incoraggiare il bambino ad eseguire attività di manipolazione (mattoncini, chiodini, puzzle, travasi, la cucina) e mira (giocare ai birilli, giocare a palla). Queste attività sono estremamente importanti per lo sviluppo della coordinazione occhio-mano, che è un elemento cruciale per lo sviluppo fisico del bambino.

Quando dobbiamo preoccuparci? I problemi di coordinazione occhio-mano di solito vengono notati come mancanza di abilità nel disegno o nella scrittura, per esempio quando il disegno mostra uno scarso orientamento sulla pagina e il bambino non riesce a rimanere entro le linee quando deve colorare un album, oppure quando il bambino continua a dipendere dalla sua mano per l’ispezione e l’esplorazione dei giocattoli o altri oggetti, ma anche la difficoltà a giocare con la palla, normalmente in età pre-scolare. Queste attività possono richiedere tanto tempo per essere portate a termine, o nella peggiore delle ipotesi si tende ad evitarle.

La scarsa coordinazione occhio-mano può avere un’ampia varietà di cause, ma le due principali condizioni  sono relative alla sfera visiva e alla sfera motoria. Per questo insistiamo sempre molto sull’importanza dei controlli fin da piccolissimi, perché in molti casi è possibile intervenire prima che insorgano problemi o comportamenti oppositivi che spesso possono interessare l’intero ciclo scolastico del bambino.

Quando giocate a palla con i vostri figli (fatelo spesso e fatelo divertendovi) notate se presentano qualche difficoltà, parlatene con il vostro medico, potrebbe essere utile.

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