CHERATOCONO

Il cheratocono è una patologia ereditaria, caratterizzata da una progressiva deformazione della cornea, detta anche protrusione corneale, che tende ad assottigliarsi assumendo la forma di un cono che si gonfia verso l’esterno dell’occhio.

Questo consiste in un graduale assottigliamento del tessuto corneale che causa una riduzione dell’acutezza visiva con insorgenza dell’astigmatismo che risulterà tanto maggiore quanto più è deformata la cornea.

La patologia può interessare uno o entrambi gli occhi, anche se nella maggior parte dei casi è bilaterale.

Sintomi

Questa malattia degenerativa  si manifesta più spesso in soggetti giovani, ha un’evoluzione individuale e, agli inizi, provoca un progressivo peggioramento della qualità visiva dovuta all’instaurarsi di un astigmatismo evolutivo.

Altri disturbi sono la lacrimazione e il fastidio alla luce.

Quando la situazione è molto avanzata, invece, l’apice del cono si può opacizzare ed in casi rari e più gravi persino perforare, compromettendo la vista e l’integrità del bulbo oculare.

Nelle fasi iniziali del cheratocono il paziente riesce a compensare il difetto con occhiali.

Con l’evoluzione del disturbo, gli occhiali non basteranno più e sarà necessario ricorrere alle lenti a contatto.

Negli stadi più avanzati, l’unica terapia possibile è il trattamento chirurgico.

Diagnosi

Durante una visita oculistica, nel dubbio di cheratocono, possono essere prescritti degli esami di approfondimento, una diagnosi precoce può prevenire ulteriori danni e la perdita della vista.

Per diagnosticare il cheratocono, esistono diversi strumenti:

  • Topografia corneale (mappatura superficie della cornea): questa consente di generare la mappa topografica della superficie anteriore dell’occhio e di valutarne l’eventuale progressione nel tempo. L’esame deve essere effettuato dopo aver sospeso l’uso delle lenti a contatto per un periodo variabile da 5 a 20 giorni a seconda del tipo di lenti a contatto che si è soliti indossare.
  • Tomografia corneale: studia la curvatura, elevazione e spessore della cornea a più livelli.
  • Pachimetria: misura lo spessore corneale, individuando il punto più sottile ( nel cheratocono lo spessore di alcune porzioni della cornea é ridotto)
  • TEST GENETICO si preleva della saliva tramite un tampone boccale.
Trattamento

Nelle Fasi iniziali della malattia degenerativa il paziente può ricorrere all’uso di:

  • Occhiali (per la correzione dell’astigmatismo lieve)
  • Lenti a contatto (quando l’occhiale risulta insufficiente alla correzione dell’astigmatismo evolutivo)

 

Nelle fasi avanzate della patologia è possibile ricorrere:

 

  • Cross Linking Corneale (tecnica parachirurgica di “rinforzo” dell’impalcatura proteica della cornea, con l’obiettivo di aumentare la connessione fra le fibre e pertanto la loro resistenza, permettendo di contrastare e, in buona parte dei casi, arrestare l’evoluzione del cheratocono.)

Nel caso di danno marcato della parte centrale della cornea, le opzioni sono:

  • il trapianto della cornea a tutto spessore (PKP, cheratoplastica perforante), che consiste nel sostituire i 7-8 mm della cornea centrale degenerata con quella di un donatore. Il trapianto ha lo scopo di restaurare la funzione visiva alterata dalla ridotta trasparenza corneale e migliorare l’acuità visiva del paziente ridotta dalla abnorme curvatura della superficie corneale.
  • La cheratoplastica lamellare anteriore profonda (DALK) consiste nel rimuovere la maggior parte dello stroma corneale, lasciando integra la porzione più posteriore, sostituendola con una equivalente porzione di cornea di donatore, suturata alla restante cornea del ricevente.

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Domande Frequenti

Il cheratocono non porta a cecità. Ci sono diverse soluzioni per trattarlo. La prevenzione con controlli periodici è fondamentale.

È importante controllare tutti i consanguinei di una persona affetta da cheratocono in quanto hanno circa il 5% di probabilità di esserne affetti anche loro. La componente genetica sembra essere molto importante nella trasmissione della malattia, si tratta di una eredità di tipo autosomico dominante con penetranza incompleta.

Nell’ultimo stadio della malattia, quando non si può più correggere la vista con le lenti a contatto o con le tecniche chirurgiche si può ricorrere alla cheratoplastica (trapianto di cornea) che consente di sostituire la cornea malata con una cornea sana ottenuta da un donatore.

Si generalmente la gravidanza può contribuire ad accelerare l’evoluzione del Cheratocono.

No, non ci sono corrispondenze tra la malattia e il modo in cui si mangia.

Il cheratocono frusto è il primo stadio della patologia quando ancora non si sono manifestati i suoi sintomi.

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