Author Archives: Dott.ssa Federica Tortelli

I risvolti psicologici della visione

Il contatto visivo è una delle capacità più importanti che permette all’individuo di entrare in interazione con chi lo circonda.

Basti pensare che  gli occhi del neonato sono fatti per mettere a fuoco dai 17 ai 30 cm , che è esattamente la distanza tra lui e il volto della mamma quando lo nutre al seno stabilendo così il suo primo importantissimo rapporto d’amore.

A partire dai 2 mesi inoltre il bambino inizia a sviluppare meglio la vista, attraverso cui  realizzerà le esperienze più significative nei suoi primi anni di vita favorendone lo sviluppo cerebrale e psicomotorio.

Grazie alla vista siamo quindi in grado sia di esplorare il mondo esterno, sia  di apprendere le novità che esso ha da offrirci.

Lettura, scrittura, lavoro alla lavagna e al computer, sono alcuni dei compiti che ogni giorno un individuo sarà chiamato a svolgere.

Tuttavia, già da bambino possono subentrare alterazioni visive, ed è per questo che il processo dello sviluppo psicomotorio potrebbe divenire molto lungo e complesso.

Se le abilità visive  non sono sufficientemente sviluppate il processo di apprendimento potrebbe diventare difficoltoso e stressante: disagio nell’affrontare i compiti e nello stare a scuola, affaticamento eccessivo con ridotte capacità attentive, frequenti mal di testa ed evitamento di quelle situazioni che lo mettono in difficoltà sono alcuni dei segnali di malessere che il bambino si trova a vivere.

Anche la sfera relazionale e comunicativa potrebbero essere intaccate portando ad una diminuzione dell’autostima, ad un senso di inferiorità rispetto ai compagni con conseguente chiusura e abbassamento del tono dell’umore.

Diventa quindi importante captare i segnali di disagio del bambino attuando un intervento tempestivo al fine di indurre un miglioramento sia della performance scolastica sia, più in generale, della sua qualità di vita.

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Woobbly Eyes

IL NISTAGMO

“Things to remember”

  • Le persone con nistagmo, rispetto a chi gode di una buona visione, hanno bisogno di più tempo per vedere e processare le informazioni. Effettivamente loro impiegano più tempo per vedere le cose, soprattutto nelle situazioni in cui c’è movimento e confusione.
  • Il nistagmo colpisce anche la velocità di reazione, la coordinazione occhio-mano e qualche volta l’equilibrio.
  • La loro visione varia durante il giorno e può peggiorare quando sono più stanche, in uno stato di ansia o di malessere. Probabilmente chi è loro vicino può notare in questi momenti un aumento del movimento dei loro occhi.
  • Anche se le persone con nistagmo posso arrivare a leggere caratteri molto piccoli, questo non vuol dire che possono sostenere in maniera confortevole una lettura lunga di un testo scritto molto piccolo.
  • Spesso non possono riconoscere le persone in lontananza, per questo motivo la gente non deve pensare che venga ignorata o che la persona che non l’ha riconosciuta sia diventata maleducata. Spesso anche se molto vicini è difficile, per loro, riconoscere le espressioni dei volti o le loro caratteristiche.
  • Qualche volta, involontariamente, le persone affette da nistagmo girano la testa, a destra e sinistra, per vedere meglio.
  • Hanno bisogno di vedere molto da vicino gli oggetti che devono osservare. Questo vuol dire, per esempio, nel caso dei bambini, sedere ai banchi davanti, avere un proprio blocco per gli appunti e un proprio libro. In questo caso condividere con un compagno di banco può essere più difficoltoso.
  • La forte luce del sole e i riflessi rendono le cose più difficili. Molte persone con nistagmo sono fotofobiche, non a causa del nistagmo di per sé ma perché a volte questa condizione si accompagna a patologie associate come l’albinismo, o la distrofia dei coni e bastoncelli, o la miopia elevata.
  • Infine, oltre alla difficoltà visiva, il nistagmo rende chi ne soffre un po’ insicuro. Non è uno scherzo soffrire di nistagmo.
  • Ma con un po’ di pazienza le cose possono diventare più semplici.

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