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Ipovisione e bambini: gestire le difficoltà fin da piccoli.

Le cause di ipovisione infantile possono essere molteplici :

💡Il test essenziale per il riconoscimento precoce di anomalie anatomiche che potenzialmente possono gravare sulla visione del piccolo paziente è la prova del riflesso rosso 🔴.

🩺Questo test deve essere eseguito nel periodo neonatale e a tutte le visite successive dal medico pediatra. Il riflesso rosso deve essere presente e simmetrico in entrambi gli occhi. Un riflesso con intensità ridotta o la presenza di “ombre” nere, la presenza di un riflesso bianco o l’asimmetria tra i due occhi sono tutte indicazioni di anomalie, in questo caso il pediatra deve mandare immediatamente il paziente dall’oculista.   

🚀Risulta fondamentale la tempistica con la quale viene diagnosticata la presenza di irregolarità, la prevenzione quindi si rileva la migliore arma.

Nel caso in cui si rilevi la presenza di anomalie, si può rendere necessario l’intervento chirurgico (come in alcuni casi cataratta congenita e glaucoma), un tempestivo approccio ortottico (nel caso di ambliopie e strabismi), ma anche intraprendere un percorso riabilitativo ortottico mirato all’utilizzo di tecniche e dispositivi elettronici per sfruttare la visione residua.

📚Un aspetto per noi importante è far conoscere ai genitori e poi al piccolo, il “cammino” della patologia, che in alcuni casi porterà a un degradmento della visione molto grave se non totale, per affrontare insieme il futuro, con forza e conoscenza!👨‍👩‍👦👩‍⚕️

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Abilitare e Riabilitare

Cos’è l’ipovisione?

L’ipovisione è una condizione visiva rappresentata da una grave riduzione della capacità visiva, che può essere già presente nella prima infanzia o manifestarsi nelle diverse fasi della vita. Quando ad esserne colpiti sono i bambini, la terapia riabilitativa in realtà può essere definita “abilitativa” perché in questo caso vanno educati alla loro condizione visiva e quindi sarà possibile lavorare sui loro punti di forza, mentre quando ad esserne colpiti sono gli adulti, la terapia si basa proprio sul “riabilitare” quelle attività che prima della malattia venivano eseguite quasi senza pensarci, mentre adesso risultano impossibili senza i giusti mezzi correttivi e le indicazioni del terapista. Le patologie che causa ipovisione sono molteplici e di diversa natura. Avremo modo di approfondirle con il tempo.

Qual è la classificazione?

Lieve – residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; residuo perimetrico binoculare inferiore al 60%

Moderata – residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; residuo perimetrico binoculare inferiore al 50%

Grave – residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; residuo perimetrico binoculare inferiore al 30%

L’acuità visiva viene considerata sempre con la migliore correzione.

L’ipovisione può essere poi differenziata in:

  •             perdita della visione centrale
  •             perdita della visione periferica

A cosa serve la riabilitazione visiva:

la Riabilitazione è finalizzata ad aumentare efficacemente l’uso della visione residua, lo scopo è quello di far utilizzare in modo stabile al paziente il PRL (Preferential Retinal Locus), cioè l’area retinica funzionalmente più adatta per svolgere le sue attività, migliorando l’autonomia del paziente e la qualità di vita, ma anche insegnargli ad utilizzare tutti quegli strumenti di supporto nella vita di tutti i giorni come i libri elettronici, gli audiolibri, gli ingranditori portatili e parlanti, gli occhiali parlanti fino ai software per il computer.

Normalmente è possibile capire qual è l’occhio migliore anche solo chiedendo al paziente di leggere, il paziente infatti sarà portato per abitudine ad avvicinare il testo all’occhio che preferisce. L’occhio che vede meglio è quello sul quale si lavora anche se a volte non corrisponde all’occhio preferito dal paziente, questo può dipendere da diversi fattori ma i più importanti sono la patologia e lo stadio di evoluzione.

Il percorso riabilitativo è articolato in varie fasi:

  • Verifica del residuo visivo centrale o campimetrico
  • Individuazione del PRL nel paziente con perdita della visione centrale
  • Individuazione dell’ausilio ottico e/o elettronico più indicato
  • Training sull’utilizzo dei dispositivi scelti
  • Gestione delle competenze acquisite nella vita di tutti i giorni, come per esempio la capacità di orientamento e movimento.
  • Biofeedback per stabilizzare la fissazione eccentrica nei pazienti con scotoma centrale con conseguente miglioramento nell’utilizzo degli ausili stessi

Perché nella disabilità non bisogna vedere una mancanza ma solo un diverso modo di affrontare la vita.

Le Oculus e Oliver

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