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Le tappe fondamentali per occhi sani. 5/6 anni

Eccoci arrivati alla tappa 5/6 anni, questa secondo noi è una tappa FONDAMENTALE alla quale nessun bambino dovrebbe mancare: in questa fascia di età, quindi dall’ultimo anno della materna all’inizio della prima elementare, la visita ortottica è essenziale perché sarà mirata ad indagare anche abilità visive “complesse” necessarie per la corretta acquisizione delle competenze scolastiche, andremo ad osservare ogni aspetto della visione del bambino:

  • Valutazione dei movimenti lenti e rapidi (pre-requisito per le saccadi, i movimenti oculari che ci permettono di leggere senza errori) attraverso diversi test divertenti e “leggeri” per lui ma MOLTO indicativi per noi.
  • Valutazione della binocularità…nel tempo: scoop! in realtà non basta avvicinare una penna davanti agli occhi per capire se gli occhi deviano o meno, è necessario studiare come nel tempo questi reagiscono allo stimolo per vicino e alla “fatica”.  Molto spesso la prima risposta all’inizio della visita è buona ma se si ripete alla fine dopo aver eseguito altri test si scopre la fragilità della visione binoculare, perché probabilmente il mantenimento di un determinato impegno visivo (fondere le immagine, mantenere la visone binoculare stabile nel tempo) rapportato nel tempo tende ad alterare la capacità visiva binoculare; i sintomi posso andare dal rossore oculare al mal di testa, dalla distrazione alla vera e propria opposizione nello svolgere un determinato compito.  Pensiamo al tempo che un bambino dedica allo studio, possiamo immaginare che in queste condizioni i compiti non debbano essere proprio una passeggiata
  • Valutazione della coordinazione oculo-manuale: per comprendere com’è il rapporto con lo spazio circostante, gioca a palla? va in bici? Ama disegnare? Come lavora sul foglio? Come interagisce con gli strumenti di scrittura e disegno? Ha difficoltà nell’equilibrio, inciampa è un pò goffo? Sono domande che necessitano di risposte chiare ed è importate valutare ogni aspetto.

Questo “breve” elenco è solo una parte della visita ortottica che faremo a quest’ età. Perché iniziare con il giusto bagaglio e senza fatica rende la vita più semplice… anche quando è complicata!

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Mal di denti? Vai dall’ortottista

Ti fanno male i denti? Vai dall’ortottista!

No non è vero, prima di tutto passa comunque dal dentista!

Ma è appurato che esistano correlazioni funzionali tra l’apparato visivo e quello stomatognatico (ossia tutte le strutture ossee, articolari, muscolari, vascolari e nervose che partecipano alle funzioni fisiologiche di – masticazione – deglutizione – fonazione (articolazione del linguaggio parlato) – sbadiglio – sorriso – respirazione), in particolare sembra ci sia una corrispondenza tra disturbi oculari (miopia, ipermetropia, astigmatismo, strabismi e deficit di convergenza) e malocclusione dentale.

La funzione visiva è fortemente interconnessa con altre funzioni volte all’orientamento dell’individuo nello spazio circostante. Tra questi, ci sono, ad esempio, il posizionamento della testa rispetto al rachide cervicale, per il mantenimento di una postura eretta, e i movimenti coordinati della testa e degli occhi per l’esplorazione dello spazio circostante. Queste interconnessioni si realizzano attraverso collegamenti neurologici, che coinvolgono anche l’apparato stomatognatico.

Esistono 3 classi per identificare le malocclusioni dentali:

Prima classe: si verifica quando l’arcata superiore sovrasta di poco quella inferiore. Condizione lieve

Seconda classe (chiamata anche retrognatismo e affollamento dentale): si verifica quando l’arcata superiore sovrasta di molto quella inferiore, spesso associata all’affollamento dentale (posizione anomala dei denti e degli spazi tra di essi)

Terza classe (detta anche progenismo o morso inverso): si verifica quando i denti presenti sull’arcata mandibolare sono avanzati rispetto a quelli dell’arcata mascellare.

L’alterazione della posizione della mandibola può causare un’alterazione temporanea della posizione della linea pupillare, portando i muscoli oculari ad intervenire per mantenere gli occhi dritti. In particolare è stato evidenziato che i difetti di convergenza oculare sono associati a deviazioni laterali mandibolari funzionali nei bambini e ad un aumento dell’overjet e overbite ( L’overjet descrive la distanza orizzontale tra gli incisivi superiori e inferiori. Idealmente, la distanza è di soli 1-2 mm. Si parla di un overjet positivo quando i denti superiori sono molto più avanti rispetto a quelli inferiori. Nel caso di un overjet negativo, i denti inferiori sporgono in avanti rispetto a quelli superiori: il cosiddetto prognatismo;

A differenza dell’overjet, l’overbite descrive la posizione verticale dei denti in relazione tra loro. Normalmente, la sporgenza è di 2-3 mm e i denti superiori si trovano davanti a quelli inferiori. Tuttavia, se i denti anteriori superiori coprono completamente i denti inferiori, si parla di morso profondo. Se invece i denti superiori sono coperti da quelli inferiori, si parla di morso coperto).

I disturbi della motilità oculare sono associati a morso incrociato unilaterale con deviazione della linea mediana nei bambini, mentre i difetti di vergenza fusionale (esoforia) sono associati a malocclusioni molari di classe II.

La miopia nei bambini è associata alla presenza di un morso crociato e di malocclusioni di classe II, divisione I e a un’attività tonica del muscolo temporale anteriore.

L’ipermetropia nei bambini è associata alla presenza di un morso incrociato e alla presenza di malocclusioni di I classe.

L’astigmatismo è associato alla presenza di malocclusioni di I classe.

I risultati mostrano che l’alterazione dell’occlusione dentale può indurre alcune fluttuazioni nella messa a fuoco visiva. Il fenomeno si è verificato dopo aver indossato per un po’ di tempo un apparecchio di riposizionamento ortopedico mandibolare.

Ecco a voi un altro aspetto dell’ortottica che non avevate considerato.

Dobbiamo sempre considerare il nostro corpo con come mattoncini separati ma come una torre in equilibrio sulla terra, dalla nascita al completo sviluppo cresciamo e ci adattiamo, a volte in maniera anomala e manifestare disturbi che presi separatamente non riescono ad essere risolte, mentre possono essere corrette insieme a più specialisti, come noi ortottisti che collaboriamo sia con i dentisti che con gli osteopati, i fisioterpisti, i logopedisti ecc…

A volte basta un bel sorriso…all’ortottista per stare meglio.

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Non è solo un gioco: Il Puzzle

Oggi vogliamo puntare l’attenzione su un gioco molto affascinante, il Puzzle, ma prima dobbiamo fare una distinzione fra due concetti importanti, la Vista e la Visione.

La vista è la capacità dell’occhio di discriminare gli oggetti, mentre la visione è una interrelazione fra i due occhi insieme e il cervello, la visione ci permette di capire cosa vediamo, una buona vista permette che questo accada. Le abilità visuo-spaziali rappresentano quindi la capacità di dire dove si trovano gli oggetti nello spazio, dove siamo noi e le nostre parti del corpo oltre a saper indicare quanto sono lontani gli oggetti da noi e l’uno dall’altro, qui elenchiamo le più importanti:

  • Direzionalità (destra sinistra su giù)
  • Costanza della forma (la capacità di percepire alcune caratteristiche simili nelle forme)
  • Percezione figura-sfondo (la capacità di differenziare la figura dallo sfondo)
  • Chiusura visiva (essere in grado di “concludere” un’immagine anche se incompleta)
  • Memoria visiva (la capacità di richiamare informazioni visive precedentemente presentate)

Le abilità di elaborazione visuo-spaziale fanno parte della vita di tutti i giorni come potete immaginare, e si perfezionano con la crescita, per esempio sapersi allacciare le scarpe, saper leggere o saper trovare una strada in una mappa sono fini elaborazioni delle nostre abilità visuo-spaziali, ma se questa abilità “salta”, non si sviluppa correttamente cosa accade? Lo spieghiamo con un gioco che interessa lo sviluppo psico-visuo-motorio del bambino: il Puzzle
Fare un puzzle non è semplice, richiede tutte le abilità sopra elencate, prima di tutto il bambino deve vedere l’immagine nel suo insieme e memorizzarla, poi dovrà applicare le altre abilità per concludere il puzzle, distinguere i frammenti di immagini e posizionarli su un piano, farli corrispondere fra loro, dare la giusta direzione ai pezzi del puzzle e immaginare come si concluderà l’immagine anche con i pezzi ancora non posizionati.

La difficoltà che si riscontrano nel concludere questo tipo di giochi possono diventare un problema durante gli apprendimenti (lettura, scrittura, matematica) che richiedo questo tipo funzioni perfettamente sviluppate.
Se un bambino tende ad evitare di mettersi alla prova con questo tipo di giochi, non è da sottovalutare, perché potrebbe celarsi un problema dovuto ad un’alterazione della visione binoculare, per esempio un’ambliopia non corretta, uno strabismo latente, una difficoltà di mantenere la convergenza o proprio un difetto visivo come può essere un astigmatismo o un’ipermetropia.
Ricordate quanto sono importanti la vista e la visione perché permettono al vostro bambino di entrare in contatto con il mondo e creare una relazione con esso.

Intanto noi e Oliver vi abbiamo preparato una piccola sorpresa.

Un file scaricabile con dei puzzle da ritagliare (seguendo la linea tratteggiata) e per i più bravi mischiare tutti e poi ricostruirli insieme.

Se avete dubbi o avete bisogno di confrontarvi con noi, potete chiamarci, scriverci, mandare un piccione…

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Cefalea e Occhi – Parte 1

Che fastidio qui! Base del naso, dietro gli occhi, spegni la luce… me la staccherei!

Si è lui l’odiato mal di testa più correttamente definito come Cefalea, è uno dei disturbi più comuni e più fastidiosi ma ancora privo di una esatta ed esauriente spiegazione scientifica.
Ognuno di noi, almeno una volta, ne ha sofferto: si presenta come un dolore alla testa, diffuso o circoscritto, pulsante o fisso, talvolta accompagnato da altri sintomi (vomito, febbre, vertigini, aumento della lacrimazione, fotosensibilità).

La cefalea può essere un sintomo di un disturbo visivo?
Sì, i tipici sintomi del mal di testa derivante dai disturbi della vista (pulsare alle tempie, cerchio alla testa, annebbiamento della vista, rossore oculare e lacrimazione) insorgono normalmente dopo aver trascorso del tempo al computer (vale anche scorrere lo schermo del telefono) o dopo tempo passato a leggere e se questo è il tuo caso, è sicuramente consigliabile un test approfondito della vista.
Tra le cause più frequenti riscontriamo:
• un’ipermetropia non corretta (soprattutto nei casi di un difetto lieve o moderato )
• uno strabismo latente (gli occhi devono faticare moltissimo per mantenersi allineati)

Ti consigliamo di:

  1. programmare una visita oculistica ed ortottica
  2. mantenere sempre un sufficiente livello di idratazione corporea
  3. svolgere attività fisica come ad esempio una bella passeggiata all’aria aperta
  4. evitare lo stress… (vabbè questa dovevamo scriverla perché è d’obbligo ma…)

E se a soffrirne sono i bambini? In questo caso a maggior ragione la visita del fondo oculare con l’oculista e il controllo ortottico per valutare la presenza di difetti della motilità oculare sono ancora più importanti, inoltre un mal di testa a partenza dalla zona del sopracciglio che si dirama all’orecchio e alla base del collo può essere sintomo di un disturbo legato alle difficoltà di apprendimento.
Anche per i bambini, quindi, valgono le stesse regole degli adulti, inoltre un consiglio che vi diamo, e che è sempre valido:
tenente un “diario del mal di testa“: annotate quando compare, cosa stavate facendo, cosa avete mangiato, quanto è durato, che medicine avete preso: è utilissimo per il vostro medico o per il pediatra, e per noi specialisti.

Noi ne abbiano preparato uno per voi, nella versione Adulto e Bambino (KID). Lo potete scaricare direttamente da qui.

Nel prossimo articolo parleremo invece dei mal di testa che causano disturbi oculari a colte molto debilitanti. Nel frattempo vi salutiamo

Federica Paola Erika & Oliver

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OSSERVAZIONE SPONTANEA

Quando credi che non guardo…

Ehi credi che non ti sto guardando…
Eh già! È fondamentale far sapere che la visita dell’ortottista non è limitata a quel lasso di tempo in cui il bambino o l’adulto leggono le lettere o seguono le luci. Assolutamente no.


La visita inizia nell’esatto momento in cui entrate in studio, perché molto della vostra vista ce lo dice il vostro comportamento.


Facciamo due esempi pratici, per quanto riguarda i bambini:
Entra un bambino vivace, attratto dal luogo nuovo che lo circonda e dal momento che ne è attratto lo esplora passando da una parte all’altra della stanza senza impedimenti, mostra attenzione anche ad oggetti posti a distanza, se è curioso, cerca con lo sguardo ogni cosa possa esserci intorno a lui, ha uno sguardo attivo, di esplorazione, fondamentalmente potremmo dire “ha interesse per l’ambiente”; ecco forse, sarà meno probabile che abbia difetti refrattivi elevati o alterazioni della visione binoculare in generale.


Se entra un bambino che è spaventato perché è in un posto che non conosce che si muove con più incertezza, che non cerca di esplorare e muove anche la testa per guardarsi in giro non riuscendo a seguire solo con gli occhi, ha ammiccamenti frequenti, fotofobia, uno sguardo erratico, a “scatti” o fisso o iperfisso degli occhi. Ecco allora è più probabile che le difficoltà motorie e di interesse possano trovare la loro causa in una funzione visiva debole o comunque non sufficiente a dare a quel bambino sicurezza.
Quindi possiamo dire che l’atteggiamento può dimostrarsi lo specchio della nostra funzione visiva, ci dice molto di chi siamo e dei problemi potrebbe avere, ed è la prima cosa che guardiamo di voi!

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Curare e Prendersi Cura

“La visione del bambino non è una funzione indipendente e separata, ma profondamente integrata con la sua postura, con le sue capacità manuali, la sua coordinazione, la sua intelligenza e perfino con i tratti della sua personalità.”

(Arnold Gessel, Psicopedagogo)

Una riflessione che in questi mesi abbiamo fatto molto spesso, curare gli aspetti funzionali tralasciando il contesto in cui il nostro paziente, grande o piccolo che sia, si muove, interagisce, quanto pesa sulla vista? Ma soprattutto come specialisti dell’ambito oftalmologico, dobbiamo fermarci agli occhi? No, non è possibile, siamo formati, come esseri viventi, da una rete di esperienze, emozioni, azioni, impulsi, prodotto e risposta del nostro organismo che non è solo formato da organi, ossa e sangue.

Per questo non consideriamo la vista ortottica una semplice analisi delle capacità visive, ma studiamo la correlazione con aspetti che con la vista, ad un occhio inesperto (passateci il gioco di parole) non sembrano essere collegati.

Proprio qualche giorno fa, durante una seduta di rieducazione visiva un bambino ha confidato a la Oculus Federica di dormire male, e avere incubi ricorrenti.
Il riposo è una parte essenziale della nostra salute fisica ed psichica, e un alterato riposo può alterare il normale dispendio energetico, soprattutto in un bambino che per esempio manifesta difficoltà di convergenza e di attenzione.
O magari ci troviamo davanti un bambino ansioso e bisognoso di rassicurazioni, potrebbe dare addirittura risposte inesatte per attirare la nostra attenzione.


Ecco perché la visita parte dal gioco, dalle chiacchiere, dal confidarsi “segreti”, perché così è più facile poter sconfiggere demoni nascosti, diventare amici e… capire come l’esperienza visiva interagisce con gli aspetti quotidiani della vita del nostro paziente.
Curiamo è vero, ma soprattutto ci prendiamo cura del nostro paziente e se serve ci mettiamo a disposizione per sconfiggere anche i mostri sotto il letto!

Buon Anno e Buone Riflessioni

Federica Paola Erika e l’immancabile Oliver

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Indivisibili: impugnatura della matita e visione

Come abbiamo più volte detto, la visione, come abilità che ci permette di eseguire i nostri compiti quotidiani, non è un elemento a sé stante, bensì fin dai primissimi giorni di vita è profondamente integrata con tutti gli aspetti motori e posturali.

Infatti la nostra vista ci sostiene in tutti gli atteggiamenti che assumiamo, attraverso i movimenti oculari (vergenze e saccadi) che fanno sì che il nostro cervello possa elaborare lo spazio che ci circonda.

Attraverso la percezione visiva e i movimenti oculari, infatti, avviene la discriminazione dello stimolo, che dapprima viene percepito con l’osservazione e l’esplorazione e poi attraverso una serie di aggiustamenti si ha la comprensione e il consolidamento dell’attività che ci porterà a compiere un determinato atto, come in questo caso la scrittura.

La scrittura e la lettura per essere comprese e rappresentate sul foglio, devono essere elaborate dal bambino, nella forma e nel suono come corrispondenza del simbolo (lettera, numero, forma).

Normalmente i bambini sono lasciati liberi di scegliere come impugnare la matita ed è sorprendente come la scorretta impugnatura della penna o della matita provochi una catena di adattamenti posturali scorretti: scrivere utilizzando il polso, posizionare le spalle in modo asimmetrico, inclinare la testa o il foglio sul quale sta scrivendo, sono tutti atteggiamenti assolutamente scorretti che provocano sintomi come mal di testa, affaticamento visivo, visione offuscata e disorganizzazione dei segni sul foglio.

Già prima dell’età scolare sarebbe importante abituare i bambini ad una corretta postura ed impugnatura della matita.

Impugnature scorrette, la seconda è il classico “morso”

Osservate i vostri i bambini: per esempio la caratteristica impugnatura a “morso” è attribuita al bisogno di aumentare il contatto con la matita per ridurre la tensione ed è spesso associata ad una visione binoculare inadeguata (necessità di mantenere il controllo). Anche una scarsa abilità nei movimenti oculari (consapevolezza periferica) può causare problemi di scrittura, infatti come ripetiamo spesso non basta vedere 10/10, è necessario che ci sia una buona coordinazione dei movimenti, che siano simmetrici, che la visione binoculare sia ben sviluppata, per poter seguire la punta della matita sul foglio e nello stesso momento il tratto che si sta disegnando.

In assenza di queste abilità o in presenza di un loro scarso sviluppo si assistono a problemi relativi all’adattamento posturale, errata impugnatura della matita, difficoltà di comprensione del testo, scarsa concentrazione o comunque presente per brevi periodi, frequenti pause e stanchezza.

Corretta impugnatura della matita

Scrivete così? E i vostri bambini?

Programmate una visita, gli atteggiamenti scorretti posso essere riveduti e corretti, e anche fare i compiti sarà meno faticoso.

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Giocare bene per crescere meglio: la coordinazione occhio-mano

La coordinazione occhio-mano è la capacità del sistema di visivo di coordinare le informazioni ricevute attraverso gli occhi per controllare, guidare e dirigere le mani nell’esecuzione di un determinato compito, come scrivere o prendere una palla. Lo sviluppo di questa funzione inizia fin dai primi mesi per consolidarsi verso i 6-7 anni.

Nella coordinazione occhio-mano gli occhi dirigono l’attenzione e le mani eseguono il compito.

Il processo visivo nel suo insieme, permette la comprensione di ciò che viene visto e non implica solo la capacità visiva, ma anche:

  • la capacità di fissare un oggetto ,
  • la capacità di muovere gli occhi in direzione dell’oggetto che vogliamo osservare,
  • la capacità di accomodare, ossia mettere a fuoco gli oggetti a diverse distanze,
  • la visione binoculare
  • il controllo della coordinazione occhio-mano.

La maggior parte dei movimenti della mano richiede un input visivo per essere eseguito in maniera efficace. Ad esempio, quando i bambini stanno imparando a disegnare, seguono con gli occhi la posizione della mano che tiene la matita, mentre tracciano le linee sulla carta.

 Tra i 4 e i 14 mesi i bambini esplorano il loro mondo e iniziano a sviluppare la coordinazione occhio-mano, insieme alle capacità motorie fini. Le capacità motorie fini sono coinvolte nel controllo di piccoli movimenti muscolari, come quando un bambino inizia a usare le dita per uno scopo e in coordinazione con gli occhi. I neonati sono desiderosi di muovere gli occhi, la bocca e il corpo, verso le persone e gli oggetti che li confortano o che suscitano il loro interesse.

All’età di 6 mesi, molti bambini iniziano a raggiungere rapidamente gli oggetti, senza scatti, con movimenti fluidi, e possono essere in grado di nutrirsi da soli, nel senso che riescono a riconoscere e afferrare il cibo (biscotti, pane) e portarlo alla bocca. I bambini a quest’età sono in grado di guardare da una mano all’altra, di tenere un oggetto mentre ne cercano un secondo e di seguire i movimenti delle mani con gli occhi. A quest’età, la maggior parte dei bambini riesce a colpire gli oggetti con l’indice.

Dopo i 6 mesi, i bambini di solito sono in grado di prendere una tazza e tenerla per il manico. Molti bambini iniziano a raggiungere gli oggetti con un braccio solo, invece che con entrambi.

A circa 8 mesi, man mano che la destrezza migliora, il bambino è in grado di usare il movimento di pinza con le dita per poter afferrare oggetti piccoli, riescono a battere le mani e agitarle (farfallina farfallina).

Dalla nascita ai 3 anni le tappe dello sviluppo della coordinazione occhio-mano sono:

  • Sviluppo della visione che permette loro di seguire con gli occhi oggetti che si muovono lentamente
  • Sviluppo abilità occhio-mano di base come raggiugere  e afferrare oggetti, nutrirsi, vestirsi
  • Riconoscere concetti di luogo e direzione come su, giù
  • Sviluppo della capacità di manipolare oggetti attraverso le abilità motorie fini, come giocare con le costruzioni, modellare, fare i puzzle, ovviamente tutto rapportato all’età del bambino

Dai 3 ai 5 anni:

  • Continuo sviluppo della capacità di coordinazione e preferenza di una mano rispetto all’altra (inizio della lateralizzazione: mancino o destrorso)
  • Perfezionamento della comprensione delle indicazioni: su, giù, accanto, dietro, sotto, sopra
  • Sviluppo della capacità di arrampicarsi, bilanciarsi (camminare sul bordo del marciapiede per esempio), correre, salire e scendere i gradini uno alla volta.
  • Sviluppo coordinazione occhio-mano-corpo
  • Percezione della profondità

Dai 5 ai 7 anni:

  • Miglioramento della capacità motoria fine, come maneggiare le matite e le penne, usare le forbici
  • Miglioramento della coordinazione occhio-mano
  • Miglioramento della concentrazione per svolgere i compiti scolastici

Cosa possono fare mamma e papà? Intorno a 1 -2 anni i genitori dovrebbero iniziare ad incoraggiare il bambino ad eseguire attività di manipolazione (mattoncini, chiodini, puzzle, travasi, la cucina) e mira (giocare ai birilli, giocare a palla). Queste attività sono estremamente importanti per lo sviluppo della coordinazione occhio-mano, che è un elemento cruciale per lo sviluppo fisico del bambino.

Quando dobbiamo preoccuparci? I problemi di coordinazione occhio-mano di solito vengono notati come mancanza di abilità nel disegno o nella scrittura, per esempio quando il disegno mostra uno scarso orientamento sulla pagina e il bambino non riesce a rimanere entro le linee quando deve colorare un album, oppure quando il bambino continua a dipendere dalla sua mano per l’ispezione e l’esplorazione dei giocattoli o altri oggetti, ma anche la difficoltà a giocare con la palla, normalmente in età pre-scolare. Queste attività possono richiedere tanto tempo per essere portate a termine, o nella peggiore delle ipotesi si tende ad evitarle.

La scarsa coordinazione occhio-mano può avere un’ampia varietà di cause, ma le due principali condizioni  sono relative alla sfera visiva e alla sfera motoria. Per questo insistiamo sempre molto sull’importanza dei controlli fin da piccolissimi, perché in molti casi è possibile intervenire prima che insorgano problemi o comportamenti oppositivi che spesso possono interessare l’intero ciclo scolastico del bambino.

Quando giocate a palla con i vostri figli (fatelo spesso e fatelo divertendovi) notate se presentano qualche difficoltà, parlatene con il vostro medico, potrebbe essere utile.

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Pasta di Sale, per occhi vispi e mani svelte

Ecco un’attività molto divertente da fare tutti insieme.
La Pasta di Sale!
Un classico è vero, ma che visto dal nostro punto di vista una miniera d’oro. Nel creare il proprio “lavoretto” vengono messe in atto diverse strategie:
Manipolazione
Coordinazione occhio-mano
Selezione del colore
Dosaggio della forza
Abilità motorie fini come creare i fiorellini o nel caso della foto le spine del Mosasauro…
Visione binoculare

La capacità di usare le mani gioca un ruolo importante nella maggior parte delle azioni che compiamo. Dalla scrittura, al legare un nastro, ma senza andare troppo per il sottile, mangiare e vestirsi, per queste azioni abbiamo bisogno delle mani ma anche e soprattutto degli occhi, è attraverso la coordinazione di questi due apparati occhio-mano, che riusciamo a digitare sulla tastiera, versare il caffè nella tazzina… se i due occhi non lavorano bene insieme le mani sono perse!

Nei bambini, anche piccoli, è importante che vengano sollecitate queste abilità e soprattutto vengano eseguite correttamente. Bisogna impratichirsi ovvio, piano piano capiranno come creare una pallina, poi un fiore, poi un quadretto…

🎊Tutto questo GIOCANDO!🎊

E aggiungiamo che la Pasta di Sale è:
Non tossica (solo molto salata)
Ecologica (solo farina acqua e sale)
Economica (praticamente gratis)
Riutilizzabile (se conservata in frigo… Non in eterno ovvio)

Beh che dire? Vi abbiamo dato qualche spunto?

Ingredienti:

  • 1tazza di farina
  • 1 tazza di sale fino
  • 1 tazza d’acqua

In forno per 180° per 30/40 minuti… ma regolatevi voi, dipende anche dalla grandezza del “lavoretto”… e poi via con i pennelli per dipingere il capolavoro

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Quando i colori fanno male

Il nostro sistema visivo percepisce la totalità della luce visibile come “incolore”.

Esiste però una condizione in cui si manifesta un problema nel “riconoscimento” da parte nel nostro sistema visivo di una o più lunghezze d’onda che compongono lo spettro della luce.

I sintomi sono sia disturbi legati alla visione, che disturbi legati al comportamento e alla coordinazione e prende il nome di Sindrome della Sensibilità Scotopica (SSS).

La SSS è stata identificata la prima volta negli anni ’80 dalla Dott.ssa Helen Irlen (da qui il nome) che nella sua pratica clinica come terapista ed esperta dell’area visuo–percettiva.

La Dott.ssa Irlen valutò che alcuni suoi pazienti con dislessia miglioravano la loro capacità di lettura anteponendo dei filtri colorati ai loro occhi.

Attualmente si calcola che l’incidenza della SSS è di circa il 46% nei pazienti che già presentano diagnosi di dislessia, deficit dell’attenzione, o difficoltà di lettura.

Molti problemi di apprendimento si manifestano nel momento in cui i caratteri del testo diventano più piccoli (3 elementare) e le pagine più affollate con più righe e interlinee ridotte.

E’ a questo punto i bambini possono manifestare fatica nella lettura, perdita di concentrazione già nelle prime righe, fare pause numerose e distrarsi, se non rifiutano categoricamente di lavorare, tenete presente che i primi sintomi possono comparire anche prima dei 7 anni.

Come distinguere un problema da un capriccio?


A tal proposito è fondamentale il lavoro di équipe tra le figure dell’ortottista, logopedista e neuropsicomotricista e lo screening dovrà essere eseguito a quest’età, circa 7 – 8 anni, poiché a lungo andare si possono manifestare fenomeni compensatori di varia natura e difficili da eliminare, ma ricordate anche nell’adulto è possibile intervenire.

In genere l’utilizzo di determinati filtri colorati da anteporre al testo (noi consigliamo l’occhiale) possono migliorare la sintomatologia e aiutare i colleghi nella riabilitazione.

Per saperne di piu:

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