Oliver Racconta: Labioschisi/Palatoschisi e Occhi

Inauguriamo la Rubrica Oliver Racconta con il caso di G.

G. è una meravigliosa bambina 6 anni, nata con palatoschisi, già sottoposta a chirurgia.

Mancava la visita ortottica: PAC compensativa, strabismo divergente latente che aumenta con il lavoro, il visus non è perfetto, G. presenta una leggera ipermetropia che abbiamo deciso di correggere e al controllo abbiamo rotto il muro dei 10/10 ma c’è ancora un pò di lavoro da fare per “rimetterla in riga”… e siamo pronti, anche con il supporto della logopedista e dell’osteopata.

Labioschisi e palatoschisi (CL e P) rappresentano la seconda deformità congenita più frequente dopo il piede torto (altro capitolo), e non sono solo dei difetti cosmetici, ma anche funzionali che richiedono la totale attenzione dei medici e dei genitori.

Uno studio (link sotto) ha rilevato che nei pazienti con labiopalatoschisi sottoposti a screening, non è raro incontrare anomalie oculari associate:
1 posto: anomalie della palpebra (symblepharon, ectropion, colobomi palpebrali – assenza di tessuto), euryblepharon e ptosi).
2 posto: lo strabismo, latente o manifesto,
a seguire: difetti orbitali e anomalie dell’apparato nasolacrimale, errori refrattivi: miopia, ipermetropia, astigmatismo e infine dermoidi.

Pertanto, i bambini con CL e P dovrebbero essere valutati il prima possibile dopo la nascita ma anche durante e al termine della ricostruzione da un team multidisciplinare che coinvolge oltre al pediatra, l’oftalmologo e specialisti di maxillo-facciale, otorinolaringoiatria e chirurgia plastica e logopedista, anche l’ortottista, per poterli accompagnare nel completo recupero delle funzioni deficitarie, infatti i problemi medici in questo gruppo di bambini sono globali e quindi non dovrebbero essere considerati isolatamente, per non parlare degli aspetti psicologici… In Team si lavora meglio!

ecco il LINK per accedere all’articolo: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3177494/

Piaciuto il post? Parliamone insieme nei commenti.

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Parliamo a colori. Come ColorADD renderà il mondo più accessibile

Oggi vorremmo focalizzare il punto su uno strumento che permette a tutti a tutti, grandi e piccini di
“vedere” i colori.

Il sistema di identificazione @coloradd_oficial (ColorADD) (chiamato anche TheCode – super cool!) è basato su 3 simboli geometrici monocromatici che rappresentano 3 colori primari (giallo blu verde). Attraverso la regola della
sommazione dei colori, si assegnano a tutti i colori secondari simboli “sommatori”, in questo modo è
possibile ottenere un nuovo simbolo per ogni colore e identificare l’intera tavolozza.

Sistema base per la decodifica dei colori (credit https://coloradd.net/en/)

Ecco una rappresentazione tangibile e visibile di un linguaggio inclusivo, che attraverso l’uso dei simboli
apre le porte dell’arcobaleno a chi vive in un mondo senza colore per varie patologie, sia congenite (dal
daltonismo all’acromatopsia o altre patologie tapetoretiniche) che acquisite (es. le maculopatie, il
glaucoma).

In molte città e strutture del portogallo (paese di ideazione) è già in uso questo linguaggio affiancato alla normale segnaletica e molte marche hanno iniziato ad aggiungere il linguaggio ColorADD nei loro cartellini. Per non parlare dei giochi e dei colori per disegnare, per permettere a tutti i bambini di disegnare il loro 🌈 arcobaleno.

Speriamo che presto possa essere ancora più esteso il suo uso, pensate per esempio alle bandiere di
pericolo o accessibilità al mare che si identificano proprio per il colore, o alle linee delle metropolitane.
Ne parliamo insieme?

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Ma gli occhiali… dovevo portarli in visita?

Quante volte ci è capitato di sentirci dire “Oh mi sono dimenticato gli occhiali!” oppure “sì forse mio nonno portava gli occhiali, o forse era cieco non ricordo…”? Molte.

Conoscere la storia medica della propria famiglia, per esempio se ci sono o ci sono stati casi di diabete, di cardiopatie o per esempio anche problemi di lettura e difficoltà scolastiche (cugini dislessici ecc), è molto importate perché guida la nostra visita.

Focalizzare l’attenzione su determinati disturbi come il mal di testa, o gli occhi rossi dopo lo studio o il lavoro al computer, può essere utile in quadro più ampio di disturbo refrattivo (ipermetropia, miopia, astigmatismo).

E quante volte vi capita di ricordarvi cose dovevate dire al vostro medico DOPO aver concluso la visita?

Ecco noi abbiamo deciso di rendere tutto più semplice, come è nostra abitudine. Abbiamo preparato per tutti coloro che lo vogliono un PDF chiamata “Appunti per la visita” composto di 3 pagine.

Le prime 2 pagine sono domande rivolte a voi, per cui avrete anche tempo di approfondire prima della visita, mentre la 3 pagina è per voi, potrete scrivere tutte le domande che vi vengono in mente inerenti alla visita che andrete a fare. Ricordate nessuna domanda è sciocca, e tutte meritano una risposta.

Inoltre visto che è un file PDF, non è necessario stamparlo, ma potrete compilarlo direttamente sul telefono o sul computer… perché siamo onesti, possiamo dimenticare gli occhiali ma difficilmente dimenticheremo il telefono.

Le Oculus Reparo

Ipovisione e bambini: gestire le difficoltà fin da piccoli.

Le cause di ipovisione infantile possono essere molteplici :

💡Il test essenziale per il riconoscimento precoce di anomalie anatomiche che potenzialmente possono gravare sulla visione del piccolo paziente è la prova del riflesso rosso 🔴.

🩺Questo test deve essere eseguito nel periodo neonatale e a tutte le visite successive dal medico pediatra. Il riflesso rosso deve essere presente e simmetrico in entrambi gli occhi. Un riflesso con intensità ridotta o la presenza di “ombre” nere, la presenza di un riflesso bianco o l’asimmetria tra i due occhi sono tutte indicazioni di anomalie, in questo caso il pediatra deve mandare immediatamente il paziente dall’oculista.   

🚀Risulta fondamentale la tempistica con la quale viene diagnosticata la presenza di irregolarità, la prevenzione quindi si rileva la migliore arma.

Nel caso in cui si rilevi la presenza di anomalie, si può rendere necessario l’intervento chirurgico (come in alcuni casi cataratta congenita e glaucoma), un tempestivo approccio ortottico (nel caso di ambliopie e strabismi), ma anche intraprendere un percorso riabilitativo ortottico mirato all’utilizzo di tecniche e dispositivi elettronici per sfruttare la visione residua.

📚Un aspetto per noi importante è far conoscere ai genitori e poi al piccolo, il “cammino” della patologia, che in alcuni casi porterà a un degradmento della visione molto grave se non totale, per affrontare insieme il futuro, con forza e conoscenza!👨‍👩‍👦👩‍⚕️

Mal di denti? Vai dall’ortottista

Ti fanno male i denti? Vai dall’ortottista!

No non è vero, prima di tutto passa comunque dal dentista!

Ma è appurato che esistano correlazioni funzionali tra l’apparato visivo e quello stomatognatico (ossia tutte le strutture ossee, articolari, muscolari, vascolari e nervose che partecipano alle funzioni fisiologiche di – masticazione – deglutizione – fonazione (articolazione del linguaggio parlato) – sbadiglio – sorriso – respirazione), in particolare sembra ci sia una corrispondenza tra disturbi oculari (miopia, ipermetropia, astigmatismo, strabismi e deficit di convergenza) e malocclusione dentale.

La funzione visiva è fortemente interconnessa con altre funzioni volte all’orientamento dell’individuo nello spazio circostante. Tra questi, ci sono, ad esempio, il posizionamento della testa rispetto al rachide cervicale, per il mantenimento di una postura eretta, e i movimenti coordinati della testa e degli occhi per l’esplorazione dello spazio circostante. Queste interconnessioni si realizzano attraverso collegamenti neurologici, che coinvolgono anche l’apparato stomatognatico.

Esistono 3 classi per identificare le malocclusioni dentali:

Prima classe: si verifica quando l’arcata superiore sovrasta di poco quella inferiore. Condizione lieve

Seconda classe (chiamata anche retrognatismo e affollamento dentale): si verifica quando l’arcata superiore sovrasta di molto quella inferiore, spesso associata all’affollamento dentale (posizione anomala dei denti e degli spazi tra di essi)

Terza classe (detta anche progenismo o morso inverso): si verifica quando i denti presenti sull’arcata mandibolare sono avanzati rispetto a quelli dell’arcata mascellare.

L’alterazione della posizione della mandibola può causare un’alterazione temporanea della posizione della linea pupillare, portando i muscoli oculari ad intervenire per mantenere gli occhi dritti. In particolare è stato evidenziato che i difetti di convergenza oculare sono associati a deviazioni laterali mandibolari funzionali nei bambini e ad un aumento dell’overjet e overbite ( L’overjet descrive la distanza orizzontale tra gli incisivi superiori e inferiori. Idealmente, la distanza è di soli 1-2 mm. Si parla di un overjet positivo quando i denti superiori sono molto più avanti rispetto a quelli inferiori. Nel caso di un overjet negativo, i denti inferiori sporgono in avanti rispetto a quelli superiori: il cosiddetto prognatismo;

A differenza dell’overjet, l’overbite descrive la posizione verticale dei denti in relazione tra loro. Normalmente, la sporgenza è di 2-3 mm e i denti superiori si trovano davanti a quelli inferiori. Tuttavia, se i denti anteriori superiori coprono completamente i denti inferiori, si parla di morso profondo. Se invece i denti superiori sono coperti da quelli inferiori, si parla di morso coperto).

I disturbi della motilità oculare sono associati a morso incrociato unilaterale con deviazione della linea mediana nei bambini, mentre i difetti di vergenza fusionale (esoforia) sono associati a malocclusioni molari di classe II.

La miopia nei bambini è associata alla presenza di un morso crociato e di malocclusioni di classe II, divisione I e a un’attività tonica del muscolo temporale anteriore.

L’ipermetropia nei bambini è associata alla presenza di un morso incrociato e alla presenza di malocclusioni di I classe.

L’astigmatismo è associato alla presenza di malocclusioni di I classe.

I risultati mostrano che l’alterazione dell’occlusione dentale può indurre alcune fluttuazioni nella messa a fuoco visiva. Il fenomeno si è verificato dopo aver indossato per un po’ di tempo un apparecchio di riposizionamento ortopedico mandibolare.

Ecco a voi un altro aspetto dell’ortottica che non avevate considerato.

Dobbiamo sempre considerare il nostro corpo con come mattoncini separati ma come una torre in equilibrio sulla terra, dalla nascita al completo sviluppo cresciamo e ci adattiamo, a volte in maniera anomala e manifestare disturbi che presi separatamente non riescono ad essere risolte, mentre possono essere corrette insieme a più specialisti, come noi ortottisti che collaboriamo sia con i dentisti che con gli osteopati, i fisioterpisti, i logopedisti ecc…

A volte basta un bel sorriso…all’ortottista per stare meglio.

E a mamma chi ci pensa?

Sarà che da quando Oculus Paola ci ha detto che a Maggio diventeremo Zie… la nostra attenzione è tutta concentrata sul quel meraviglioso pancione ma in realtà a noi le Mamme sono sempre piaciute!
Oggi dedichiamo il nostro post alle mamme in gravidanza, che non devono mai minimizzare eventuali cambiamenti o sintomi visivi.

Infatti la gravidanza è caratterizzata da una variazione importante dei livelli ormonali, aumento dell’afflusso di sangue, del dispendio energetico e dalla ritenzione idrica, che possono portare a cambiamenti anche nella visione, alcuni risolvibili dopo il parto, ma altri necessitano di una visita oculistica specialistica più accurata.

In particolare potreste percepire:

  • Secchezza oculare, dovuta a cambiamenti ormonali, da alleviare grazie all’instillazione di colliri a base acquosa o in forma d gel in base al grado di secchezza.
  • Intolleranza alle lenti a contatto dovuta alla secchezza, che dovrà essere gestita insieme al contattologo
  • Visione offuscata, dovuta alla ritenzione idrica, al diabete gestazionale, all’ipertensione o a una pressione sanguigna troppo bassa. Le donne in gravidanza soffrono di ritenzione idrica e i liquidi in eccesso possono essere trattenuti anche a livello degli occhi, con conseguenze sullo spessore della cornea. Questo può dare una vista offuscata e distorta.
  • Palpebre gonfie, sempre dovute alla ritenzione idrica, è consigliabile bere molto acqua e evitare una dieta ricca di sale
  • Generale affaticamento visivo
  • Punti luminosi e diplopia causate da l’ipertensione, il diabete gestazionale o la preeclamsia: con preeclampsia si intende lo sviluppo di ipertensione o il peggioramento di ipertensione esistente accompagnata dalla presenza di un eccesso di proteine nelle urine che si sviluppa dopo le 20 settimane di gestazione, che porta in particolare anche la perdita temporanea della vista, maggiore sensibilità alla luce e vista annebbiata.
  • Cambiamenti nella refrazione con aumento della miopia, ciò comporta un cambiamento nella prescrizione degli occhiali
  • Problemi alla vista legati all’anemia e alle emicranie

🦸‍♀️ Ehi Mamma! Quando hai fatto l’ultima visita oculistica?
È vero che andiamo sempre di corsa ma… Hai pensato anche a te? Chiama il tuo oculista o
parliamone insieme

OSSERVAZIONE SPONTANEA

Quando credi che non guardo…

Ehi credi che non ti sto guardando…
Eh già! È fondamentale far sapere che la visita dell’ortottista non è limitata a quel lasso di tempo in cui il bambino o l’adulto leggono le lettere o seguono le luci. Assolutamente no.


La visita inizia nell’esatto momento in cui entrate in studio, perché molto della vostra vista ce lo dice il vostro comportamento.


Facciamo due esempi pratici, per quanto riguarda i bambini:
Entra un bambino vivace, attratto dal luogo nuovo che lo circonda e dal momento che ne è attratto lo esplora passando da una parte all’altra della stanza senza impedimenti, mostra attenzione anche ad oggetti posti a distanza, se è curioso, cerca con lo sguardo ogni cosa possa esserci intorno a lui, ha uno sguardo attivo, di esplorazione, fondamentalmente potremmo dire “ha interesse per l’ambiente”; ecco forse, sarà meno probabile che abbia difetti refrattivi elevati o alterazioni della visione binoculare in generale.


Se entra un bambino che è spaventato perché è in un posto che non conosce che si muove con più incertezza, che non cerca di esplorare e muove anche la testa per guardarsi in giro non riuscendo a seguire solo con gli occhi, ha ammiccamenti frequenti, fotofobia, uno sguardo erratico, a “scatti” o fisso o iperfisso degli occhi. Ecco allora è più probabile che le difficoltà motorie e di interesse possano trovare la loro causa in una funzione visiva debole o comunque non sufficiente a dare a quel bambino sicurezza.
Quindi possiamo dire che l’atteggiamento può dimostrarsi lo specchio della nostra funzione visiva, ci dice molto di chi siamo e dei problemi potrebbe avere, ed è la prima cosa che guardiamo di voi!

Giocare bene per crescere meglio: la coordinazione occhio-mano

La coordinazione occhio-mano è la capacità del sistema di visivo di coordinare le informazioni ricevute attraverso gli occhi per controllare, guidare e dirigere le mani nell’esecuzione di un determinato compito, come scrivere o prendere una palla. Lo sviluppo di questa funzione inizia fin dai primi mesi per consolidarsi verso i 6-7 anni.

Nella coordinazione occhio-mano gli occhi dirigono l’attenzione e le mani eseguono il compito.

Il processo visivo nel suo insieme, permette la comprensione di ciò che viene visto e non implica solo la capacità visiva, ma anche:

  • la capacità di fissare un oggetto ,
  • la capacità di muovere gli occhi in direzione dell’oggetto che vogliamo osservare,
  • la capacità di accomodare, ossia mettere a fuoco gli oggetti a diverse distanze,
  • la visione binoculare
  • il controllo della coordinazione occhio-mano.

La maggior parte dei movimenti della mano richiede un input visivo per essere eseguito in maniera efficace. Ad esempio, quando i bambini stanno imparando a disegnare, seguono con gli occhi la posizione della mano che tiene la matita, mentre tracciano le linee sulla carta.

 Tra i 4 e i 14 mesi i bambini esplorano il loro mondo e iniziano a sviluppare la coordinazione occhio-mano, insieme alle capacità motorie fini. Le capacità motorie fini sono coinvolte nel controllo di piccoli movimenti muscolari, come quando un bambino inizia a usare le dita per uno scopo e in coordinazione con gli occhi. I neonati sono desiderosi di muovere gli occhi, la bocca e il corpo, verso le persone e gli oggetti che li confortano o che suscitano il loro interesse.

All’età di 6 mesi, molti bambini iniziano a raggiungere rapidamente gli oggetti, senza scatti, con movimenti fluidi, e possono essere in grado di nutrirsi da soli, nel senso che riescono a riconoscere e afferrare il cibo (biscotti, pane) e portarlo alla bocca. I bambini a quest’età sono in grado di guardare da una mano all’altra, di tenere un oggetto mentre ne cercano un secondo e di seguire i movimenti delle mani con gli occhi. A quest’età, la maggior parte dei bambini riesce a colpire gli oggetti con l’indice.

Dopo i 6 mesi, i bambini di solito sono in grado di prendere una tazza e tenerla per il manico. Molti bambini iniziano a raggiungere gli oggetti con un braccio solo, invece che con entrambi.

A circa 8 mesi, man mano che la destrezza migliora, il bambino è in grado di usare il movimento di pinza con le dita per poter afferrare oggetti piccoli, riescono a battere le mani e agitarle (farfallina farfallina).

Dalla nascita ai 3 anni le tappe dello sviluppo della coordinazione occhio-mano sono:

  • Sviluppo della visione che permette loro di seguire con gli occhi oggetti che si muovono lentamente
  • Sviluppo abilità occhio-mano di base come raggiugere  e afferrare oggetti, nutrirsi, vestirsi
  • Riconoscere concetti di luogo e direzione come su, giù
  • Sviluppo della capacità di manipolare oggetti attraverso le abilità motorie fini, come giocare con le costruzioni, modellare, fare i puzzle, ovviamente tutto rapportato all’età del bambino

Dai 3 ai 5 anni:

  • Continuo sviluppo della capacità di coordinazione e preferenza di una mano rispetto all’altra (inizio della lateralizzazione: mancino o destrorso)
  • Perfezionamento della comprensione delle indicazioni: su, giù, accanto, dietro, sotto, sopra
  • Sviluppo della capacità di arrampicarsi, bilanciarsi (camminare sul bordo del marciapiede per esempio), correre, salire e scendere i gradini uno alla volta.
  • Sviluppo coordinazione occhio-mano-corpo
  • Percezione della profondità

Dai 5 ai 7 anni:

  • Miglioramento della capacità motoria fine, come maneggiare le matite e le penne, usare le forbici
  • Miglioramento della coordinazione occhio-mano
  • Miglioramento della concentrazione per svolgere i compiti scolastici

Cosa possono fare mamma e papà? Intorno a 1 -2 anni i genitori dovrebbero iniziare ad incoraggiare il bambino ad eseguire attività di manipolazione (mattoncini, chiodini, puzzle, travasi, la cucina) e mira (giocare ai birilli, giocare a palla). Queste attività sono estremamente importanti per lo sviluppo della coordinazione occhio-mano, che è un elemento cruciale per lo sviluppo fisico del bambino.

Quando dobbiamo preoccuparci? I problemi di coordinazione occhio-mano di solito vengono notati come mancanza di abilità nel disegno o nella scrittura, per esempio quando il disegno mostra uno scarso orientamento sulla pagina e il bambino non riesce a rimanere entro le linee quando deve colorare un album, oppure quando il bambino continua a dipendere dalla sua mano per l’ispezione e l’esplorazione dei giocattoli o altri oggetti, ma anche la difficoltà a giocare con la palla, normalmente in età pre-scolare. Queste attività possono richiedere tanto tempo per essere portate a termine, o nella peggiore delle ipotesi si tende ad evitarle.

La scarsa coordinazione occhio-mano può avere un’ampia varietà di cause, ma le due principali condizioni  sono relative alla sfera visiva e alla sfera motoria. Per questo insistiamo sempre molto sull’importanza dei controlli fin da piccolissimi, perché in molti casi è possibile intervenire prima che insorgano problemi o comportamenti oppositivi che spesso possono interessare l’intero ciclo scolastico del bambino.

Quando giocate a palla con i vostri figli (fatelo spesso e fatelo divertendovi) notate se presentano qualche difficoltà, parlatene con il vostro medico, potrebbe essere utile.

Pasta di Sale, per occhi vispi e mani svelte

Ecco un’attività molto divertente da fare tutti insieme.
La Pasta di Sale!
Un classico è vero, ma che visto dal nostro punto di vista una miniera d’oro. Nel creare il proprio “lavoretto” vengono messe in atto diverse strategie:
Manipolazione
Coordinazione occhio-mano
Selezione del colore
Dosaggio della forza
Abilità motorie fini come creare i fiorellini o nel caso della foto le spine del Mosasauro…
Visione binoculare

La capacità di usare le mani gioca un ruolo importante nella maggior parte delle azioni che compiamo. Dalla scrittura, al legare un nastro, ma senza andare troppo per il sottile, mangiare e vestirsi, per queste azioni abbiamo bisogno delle mani ma anche e soprattutto degli occhi, è attraverso la coordinazione di questi due apparati occhio-mano, che riusciamo a digitare sulla tastiera, versare il caffè nella tazzina… se i due occhi non lavorano bene insieme le mani sono perse!

Nei bambini, anche piccoli, è importante che vengano sollecitate queste abilità e soprattutto vengano eseguite correttamente. Bisogna impratichirsi ovvio, piano piano capiranno come creare una pallina, poi un fiore, poi un quadretto…

🎊Tutto questo GIOCANDO!🎊

E aggiungiamo che la Pasta di Sale è:
Non tossica (solo molto salata)
Ecologica (solo farina acqua e sale)
Economica (praticamente gratis)
Riutilizzabile (se conservata in frigo… Non in eterno ovvio)

Beh che dire? Vi abbiamo dato qualche spunto?

Ingredienti:

  • 1tazza di farina
  • 1 tazza di sale fino
  • 1 tazza d’acqua

In forno per 180° per 30/40 minuti… ma regolatevi voi, dipende anche dalla grandezza del “lavoretto”… e poi via con i pennelli per dipingere il capolavoro

Come affrontare la DAD (e lo smart working) e avere occhi BELLI e SANI!

L’utilizzo prolungato del computer, o del tablet, può affaticare la vista e creare problemi posturali, ma seguendo semplici regole possiamo stare meglio.

Dolcetto o Scherzetto! con Oliver non si sa mai…

Noi Oculus siamo appasionate collezioniste di tutti i gadget e le follie che troviamo in giro, finchè Oculus Paola insieme ai suoi amici ha deciso di regalare alla Oculus Federica (che sarei io) uno strumento divertentissimo… la tavoletta grafica (grazie ancora!). Tutto questo per dire che i gadget adesso ce li facciamo da sole e li regaliamo a voi!

Ecco qui scaricabili i segnalibri per chi deve fare la BENDA e chi deve fare gli ESERCIZI.

Lo sappiamo che a volte fare i “compiti” che vi diamo può essere faticoso sia per voi piccoli pazienti, che per i vostri genitori. Abbiamo pensato che questo può essere un modo divertente per ricordarvi di fare i “compiti”!

A presto per altre “follie” delle Oculus.

Un abbraccio

Federica Paola e Oliver!

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sindrome di brown, occhio destro si eleva mentre occhio sinistro rimane fisso

Sindrome di Brown (mamma ha sempre ragione)

La sindrome di Brown è uno strabismo verticale caratterizzato da una limitazione dell’elevazione di uno dei due occhi nello sguardo in alto e verso il naso. Di natura per lo più congenita, può avare differenti eziologie, interessa il muscolo Piccolo Obliquo (PO) che risulta ipofunzionante ed è monolaterale (interessa solo un occhio).

Si può pensare che avere gli occhi storti solo in determinata posizione in alto non deve essere un grande problema, però se pensiamo che un bambino passa gran parte della sua vita a guardare gli adulti… E’ un problema per noi se gli occhi sono storti solo in quella posizione?

Onestamente sì.

Di solito se ne accorgono le mamme (sempre loro), nel periodo delle prime pappe, ossia quando il bimbo è seduto sul seggiolone e ti circa con gli occhi… pi ovviamente ci si fa più caso.

Ad una visita frettolosa potrebbe non manifestarsi perché:

Non sta mai fermo

Non legge

Non si riesce a fare la “classica” visita

Ma noi ortottisti siano maestri dell’avanguardia, inventiamo modi e metodi per studiare ogni piccolo paziente.

Quindi perché la Sindrome di Brown va ben monitorata nel tempo?

  • Potrebbe essere già presente o insorgere un’ambliopia nell’occhio con il deficit
  • Potrebbe instaurarsi una PAC (posizione anomala del capo)
  • Potrebbe dare difficoltà come diplopia a scuola nel passaggio lavagna (più alta) quaderno…

Coso possiamo fare?

  • Ovviamente visita oculista per valutare che non ci siano anomalie in altre strutture dell’occhio e definire un eventuale difetto di vista.
  • Visita ortottica per confermare la presenza dello strabismo e definire bene tutti gli aspetti della visione binoculare e se si sono instaurati già atteggiamenti compensatori (PAC) o l’ambliopia intervenire subito riabilitazione ortottica e bendaggio e l’eventuale uso di una correzione ottica.

Importante con la riabilitazione ortottica non possiamo risolvere lo strabismo ma possiamo rafforzare tutti i muscoli in modo da poter sopperire al deficit, e possiamo rafforzare tutte le componenti della visione binoculare.

Conoscevi questa particolare sindrome?

 

 

Le tappe fondamentali per occhi sani. 5/6 anni

Eccoci arrivati alla tappa 5/6 anni, questa secondo noi è una tappa FONDAMENTALE alla quale nessun bambino dovrebbe mancare: in questa fascia di età, quindi dall’ultimo anno della materna all’inizio della prima elementare, la visita ortottica è essenziale perché sarà mirata ad indagare anche abilità visive “complesse” necessarie per la corretta acquisizione delle competenze scolastiche, andremo ad osservare ogni aspetto della visione del bambino:

  • Valutazione dei movimenti lenti e rapidi (pre-requisito per le saccadi, i movimenti oculari che ci permettono di leggere senza errori) attraverso diversi test divertenti e “leggeri” per lui ma MOLTO indicativi per noi.
  • Valutazione della binocularità…nel tempo: scoop! in realtà non basta avvicinare una penna davanti agli occhi per capire se gli occhi deviano o meno, è necessario studiare come nel tempo questi reagiscono allo stimolo per vicino e alla “fatica”.  Molto spesso la prima risposta all’inizio della visita è buona ma se si ripete alla fine dopo aver eseguito altri test si scopre la fragilità della visione binoculare, perché probabilmente il mantenimento di un determinato impegno visivo (fondere le immagine, mantenere la visone binoculare stabile nel tempo) rapportato nel tempo tende ad alterare la capacità visiva binoculare; i sintomi posso andare dal rossore oculare al mal di testa, dalla distrazione alla vera e propria opposizione nello svolgere un determinato compito.  Pensiamo al tempo che un bambino dedica allo studio, possiamo immaginare che in queste condizioni i compiti non debbano essere proprio una passeggiata
  • Valutazione della coordinazione oculo-manuale: per comprendere com’è il rapporto con lo spazio circostante, gioca a palla? va in bici? Ama disegnare? Come lavora sul foglio? Come interagisce con gli strumenti di scrittura e disegno? Ha difficoltà nell’equilibrio, inciampa è un pò goffo? Sono domande che necessitano di risposte chiare ed è importate valutare ogni aspetto.

Questo “breve” elenco è solo una parte della visita ortottica che faremo a quest’ età. Perché iniziare con il giusto bagaglio e senza fatica rende la vita più semplice… anche quando è complicata!

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Le tappe fondamentali per occhi sani. 3 anni

Nel precedente articolo del blog (lo trovate qui), vi abbiamo mostrato come, nonostante abbia solo un anno, la possibilità di studiare a fondo i suoi occhi non è affatto esclusa.

Ora siamo arrivati alla tappa dei 3 anni, adesso che il pupo è più collaborativo… ci si diverte! Sia l’oculista che l’ortottista possono studiare come i due occhi lavorano insieme, l’oculista potrà valutare attentamente l’eventuale difetto di vista ed esaminare il fondo oculare (macula e nervo ottico), sarà poi compito dell’ortottista valutare tutti gli aspetti legati alla visione binoculare tra cui anche la valutazione dell’ambliopia.

Vi ricordiamo l’importanza del giochino della E (il link qui) e il fatto che sia la visita oculistica che ortottica vanno affrontate con tranquillità, è vero che molto bambini a questa età sanno leggere i numeri ma non dobbiamo far vedere al medico quanto è bravo, a volte i bambini per paura di sbagliare fanno scena muta, si confondono, vanno in crisi… Il giochino della E invece è appunto un gioco… E chi vince? Vince chi ha visto di più (e di solito a perdere sono mamma e papà).

E se deve mettere gli occhiali? O la benda? Ben venga che il difetto sia stato visto in tempo… Abbiamo tutto il tempo del mondo per permettere al bimbo di sviluppare la migliore vista possibile.

Noi sempre qui per rispondere alle vostre domande e chiarire dubbi, scrivete nei commenti e condividiamo insieme le nostre esperienze oppure:

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Le tappe fondamentali per occhi sani. 12 mesi

L’importanza di non arrivare tardi nelle tappe di sviluppo di un bambino passa anche attraverso la sua capacità visiva.

La capacità visiva è un requisito indispensabile per il corretto e puntuale raggiungimento di tutte le tappe di sviluppo; programmare le visite oculistiche e ortottiche nelle giuste finestre evolutive è per questa ragione una prassi di vitale importanza.

Ecco perché programmare le visite oculistiche e ortottiche è fondamentale, e vi spieghiamo perché:

A 12 mesi soprattutto se ci sono familiarità (strabismo, ambliopia, miopia o ipermetropia elevate) o se il pediatria ha rilevato un’anomalia nel riflesso rosso (in questo caso anche prima):

L’oculista valuterà la salute anatomica dell’occhio, attraverso l’esame obiettivo delle diverse strutture dalla cornea alla retina.

L’ortottista valuterà la presenza di anomalie della motilità oculare, come per esempio uno strabismo, che non sempre è francamente visibile ai genitori, ma se notato in tempo ci fa risparmiare tempo nella terapia. A 12 mesi è vero che è piccolino ma molto si può vedere e se qualcosa non torna si faranno controlli più ravvicinati, anche per valutare bene l’eventuale difetto di vista e la presenza di un’ambliopia (occhio pigro) e quindi correggerla in tempo.

Ricordate che una visita non esclude l’altra, che bisogna dedicare del tempo e la fretta è sempre una cattiva consigliera, e ci teniamo a ricordarvi che dovete chiedere, fare domande, avere chiarimenti, una corretta informazione passa attraverso una sana comunicazione fra medico e paziente.

se non lo avete ancora fatto, allora vi invitiamo a scaricare il Diario della visita… così potete andare preparati e senza ansie.

Come sempre noi siamo qui per ascoltare e rispondere alle vostre domande ecco i contatti:

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Non è solo un gioco: Il Puzzle

Oggi vogliamo puntare l’attenzione su un gioco molto affascinante, il Puzzle, ma prima dobbiamo fare una distinzione fra due concetti importanti, la Vista e la Visione.

La vista è la capacità dell’occhio di discriminare gli oggetti, mentre la visione è una interrelazione fra i due occhi insieme e il cervello, la visione ci permette di capire cosa vediamo, una buona vista permette che questo accada. Le abilità visuo-spaziali rappresentano quindi la capacità di dire dove si trovano gli oggetti nello spazio, dove siamo noi e le nostre parti del corpo oltre a saper indicare quanto sono lontani gli oggetti da noi e l’uno dall’altro, qui elenchiamo le più importanti:

  • Direzionalità (destra sinistra su giù)
  • Costanza della forma (la capacità di percepire alcune caratteristiche simili nelle forme)
  • Percezione figura-sfondo (la capacità di differenziare la figura dallo sfondo)
  • Chiusura visiva (essere in grado di “concludere” un’immagine anche se incompleta)
  • Memoria visiva (la capacità di richiamare informazioni visive precedentemente presentate)

Le abilità di elaborazione visuo-spaziale fanno parte della vita di tutti i giorni come potete immaginare, e si perfezionano con la crescita, per esempio sapersi allacciare le scarpe, saper leggere o saper trovare una strada in una mappa sono fini elaborazioni delle nostre abilità visuo-spaziali, ma se questa abilità “salta”, non si sviluppa correttamente cosa accade? Lo spieghiamo con un gioco che interessa lo sviluppo psico-visuo-motorio del bambino: il Puzzle
Fare un puzzle non è semplice, richiede tutte le abilità sopra elencate, prima di tutto il bambino deve vedere l’immagine nel suo insieme e memorizzarla, poi dovrà applicare le altre abilità per concludere il puzzle, distinguere i frammenti di immagini e posizionarli su un piano, farli corrispondere fra loro, dare la giusta direzione ai pezzi del puzzle e immaginare come si concluderà l’immagine anche con i pezzi ancora non posizionati.

La difficoltà che si riscontrano nel concludere questo tipo di giochi possono diventare un problema durante gli apprendimenti (lettura, scrittura, matematica) che richiedo questo tipo funzioni perfettamente sviluppate.
Se un bambino tende ad evitare di mettersi alla prova con questo tipo di giochi, non è da sottovalutare, perché potrebbe celarsi un problema dovuto ad un’alterazione della visione binoculare, per esempio un’ambliopia non corretta, uno strabismo latente, una difficoltà di mantenere la convergenza o proprio un difetto visivo come può essere un astigmatismo o un’ipermetropia.
Ricordate quanto sono importanti la vista e la visione perché permettono al vostro bambino di entrare in contatto con il mondo e creare una relazione con esso.

Intanto noi e Oliver vi abbiamo preparato una piccola sorpresa.

Un file scaricabile con dei puzzle da ritagliare (seguendo la linea tratteggiata) e per i più bravi mischiare tutti e poi ricostruirli insieme.

Se avete dubbi o avete bisogno di confrontarvi con noi, potete chiamarci, scriverci, mandare un piccione…

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