Curare e Prendersi Cura

“La visione del bambino non è una funzione indipendente e separata, ma profondamente integrata con la sua postura, con le sue capacità manuali, la sua coordinazione, la sua intelligenza e perfino con i tratti della sua personalità.”

(Arnold Gessel, Psicopedagogo)

Una riflessione che in questi mesi abbiamo fatto molto spesso, curare gli aspetti funzionali tralasciando il contesto in cui il nostro paziente, grande o piccolo che sia, si muove, interagisce, quanto pesa sulla vista? Ma soprattutto come specialisti dell’ambito oftalmologico, dobbiamo fermarci agli occhi? No, non è possibile, siamo formati, come esseri viventi, da una rete di esperienze, emozioni, azioni, impulsi, prodotto e risposta del nostro organismo che non è solo formato da organi, ossa e sangue.

Per questo non consideriamo la vista ortottica una semplice analisi delle capacità visive, ma studiamo la correlazione con aspetti che con la vista, ad un occhio inesperto (passateci il gioco di parole) non sembrano essere collegati.

Proprio qualche giorno fa, durante una seduta di rieducazione visiva un bambino ha confidato a la Oculus Federica di dormire male, e avere incubi ricorrenti.
Il riposo è una parte essenziale della nostra salute fisica ed psichica, e un alterato riposo può alterare il normale dispendio energetico, soprattutto in un bambino che per esempio manifesta difficoltà di convergenza e di attenzione.
O magari ci troviamo davanti un bambino ansioso e bisognoso di rassicurazioni, potrebbe dare addirittura risposte inesatte per attirare la nostra attenzione.


Ecco perché la visita parte dal gioco, dalle chiacchiere, dal confidarsi “segreti”, perché così è più facile poter sconfiggere demoni nascosti, diventare amici e… capire come l’esperienza visiva interagisce con gli aspetti quotidiani della vita del nostro paziente.
Curiamo è vero, ma soprattutto ci prendiamo cura del nostro paziente e se serve ci mettiamo a disposizione per sconfiggere anche i mostri sotto il letto!

Buon Anno e Buone Riflessioni

Federica Paola Erika e l’immancabile Oliver

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