Quando credi che non guardo…

OSSERVAZIONE SPONTANEA

Ehi credi che non ti sto guardando…
Eh già! È fondamentale far sapere che la visita dell’ortottista non è limitata a quel lasso di tempo in cui il bambino o l’adulto leggono le lettere o seguono le luci. Assolutamente no.


La visita inizia nell’esatto momento in cui entrate in studio, perché molto della vostra vista ce lo dice il vostro comportamento.


Facciamo due esempi pratici, per quanto riguarda i bambini:
Entra un bambino vivace, attratto dal luogo nuovo che lo circonda e dal momento che ne è attratto lo esplora passando da una parte all’altra della stanza senza impedimenti, mostra attenzione anche ad oggetti posti a distanza, se è curioso, cerca con lo sguardo ogni cosa possa esserci intorno a lui, ha uno sguardo attivo, di esplorazione, fondamentalmente potremmo dire “ha interesse per l’ambiente”; ecco forse, sarà meno probabile che abbia difetti refrattivi elevati o alterazioni della visione binoculare in generale.


Se entra un bambino che è spaventato perché è in un posto che non conosce che si muove con più incertezza, che non cerca di esplorare e muove anche la testa per guardarsi in giro non riuscendo a seguire solo con gli occhi, ha ammiccamenti frequenti, fotofobia, uno sguardo erratico, a “scatti” o fisso o iperfisso degli occhi. Ecco allora è più probabile che le difficoltà motorie e di interesse possano trovare la loro causa in una funzione visiva debole o comunque non sufficiente a dare a quel bambino sicurezza.
Quindi possiamo dire che l’atteggiamento può dimostrarsi lo specchio della nostra funzione visiva, ci dice molto di chi siamo e dei problemi potrebbe avere, ed è la prima cosa che guardiamo di voi!

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Ciao!

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